Gela. Da una parte il Gela Calcio, con i fratelli Mendola in prima linea, dall’altra il Commissario straordinario del Comune di Gela Rosario Arena. Tema principale lo stadio Vincenzo Presti, chiuso dopo un’ordinanza di chiusura dell’impianto di via Niscemi, a seguito di una relazione tecnica trasmessa dalla società dei fratelli Mendola. A venti giorni dalla chiusura, non ci sono notizie non tanto su quando aprirà lo stadio ma sull’inizio dei lavori di rimozione della copertura della tribuna. La società più volte ha ribadito alla stampa che, dopo la chiusura della struttura sportiva, non c’è stata più nessuna comunicazione da parte del Comune. Arena afferma che l’iter burocratico sta procedendo.
“La società deve essere obiettiva e chiara nei confronti dei tifosi del Gela Calcio – dice Arena – e non è vero che ci siamo dimenticati dello stadio, non è vero che non stiamo lavorando su questa situazione. Non è giusto che la società dichiari che è tutto fermo, io mi sto impegnando tanto su questa vicenda e ci sto mettendo la mia faccia in tante sedi. La verità è un’altra e ve la dico: la copertura dell’impianto sportivo deve essere assolutamente rimossa. Questa decisione è stata presa dopo che la società mi ha presentato una relazione di un loro tecnico, affermando che l’impianto doveva essere immediatamente chiuso perché la copertura potrebbe collassare da un momento all’altro con il rischio di creare seri problemi all’incolumità dei giocatori e dello staff in sede di allenamento e in partita. Questo ha fatto saltare tutti gli equilibri, perché il 13 gennaio sarei già stato pronto, vista la relazione fatta dagli ingegneri dell’Università di Catania, la quale affermava che lo stadio poteva essere riaperto, inibendo la parte della tribuna a causa della copertura. Successivamente, appena la società ha presentato quella relazione, io cosa dovevo fare? Ho dovuto emettere un’ordinanza di chiusura totale dell’impianto.”
Una situazione che lascia una città senza stadio e con la squadra che si allenata tra mille difficoltà al campo Mattei di Macchitella, situazione che, inoltre, costringe i tifosi a trasferirsi a San Cataldo o Licata per le gare casalinghe. Anche il commissario Arena ha voluto precisare alcuni passaggi fondamentali sulla questione stadio:
“Chiudendo l’impianto – continua Arena – non ci siamo dimenticati della struttura. La copertura della tribuna sarà smantellata, per fare questo ovviamente ci sono i tempi della burocrazia. Devo mettere sulla piattaforma mepa la gara d’appalto rivolta alle aziende per lo smantellamento della copertura; invece, dal punto di vista finanziario, non c’è nessun problema, perché la regione finanzierà l’operazione, come ha già promesso da tempo. A questo punto, io sono prigioniero della burocrazia, della tempistica, perché c’è tutto un iter burocratico che va rispettato. Io ero disposto a riaprire lo stadio il 13 gennaio, ma, come ho detto prima, non è dipesa da me l’impossibilità di riapertura. Ai tifosi dico che farò di tutto per consegnare lo stadio – conclude – prima della fine della stagione calcistica, ovviamente priva della copertura.”