Gela. Si è avvalso della facoltà di non rispondere il cinquantanovenne Salvatore Rinzivillo, ritenuto a capo dell’omonima famiglia e coinvolto anche nell’inchiesta “Extra fines 2”. Gli investigatori, coordinati dai pm della Dda di Roma e da quelli di Caltanissetta, hanno ricostruito una presunta filiera della droga gestita da uomini del gruppo. Rinzivillo si è presentato dal gip, all’interno del carcere di Terni dove è detenuto. Assistito dall’avvocato Roberto Afeltra ha deciso di non parlare. Secondo la difesa, gli vengono contestate accuse solo legate a presunti accessi abusivi ad informazioni riservate, già indicate nell’inchiesta madre “Extra fines-Druso”. Il legale si appresta a proporre ricorso al tribunale del riesame. Nelle scorse ore, gran parte degli indagati è stata sottoposta ad interrogatorio di garanzia. In carcere, a Caltanissetta, si è invece difeso Riccardo Ferracane. Per gli inquirenti, avrebbe avuto un ruolo strategico nell’affare della droga che passava da altri stati europei e non. Difeso dall’avvocato Grazio Ferrara, ha però escluso di aver mai avuto rapporti con gli altri indagati né avrebbe gestito traffici di sostanze stupefacenti.
Provvedimenti sono stati emessi nei confronti di Giandomenico D’Ambra, Marco Lazzari, Cristiano Petrone, Ivano Martorana, Giuseppe Cassaro, Nicola Gueli, Salvatore Gueli e Gabriele Spiteri.