Gela. I pm della Dda di Roma e quelli di Caltanissetta sono convinti di aver tracciato la rotta della droga usata dal gruppo Rinzivillo per finanziarsi. E’ uno dei capisaldi dell’inchiesta “Extra fines 2”, che ha portato all’arresto, tra gli altri, del presunto boss cinquantanovenne Salvatore Rinzivillo. Il fratello degli ergastolani Crocifisso e Antonio avrebbe organizzato anche l’affare della droga. Gli arrestati avrebbero avuto contatti con fornitori e grossisti esteri. Dopo gli arresti, lunedì gli indagati si presenteranno davanti al gip per gli interrogatori. Assisiti dai loro legali, probabilmente cercheranno di controbattere alle accuse. Un’indagine scaturita dal maxi blitz “Extra fines-Druso”, nel quale sono stati coinvolti molti degli attuali indagati, compreso Rinzivillo (già condannato in primo grado nel filone “Druso”).
Il capo che avrebbe tentato di ricostruire gli affari della famiglia mafiosa, partendo da Roma, sarebbe stato in grado di ottenere informazioni riservate attraverso due carabinieri arrestati e a loro volta già indagati nell’inchiesta madre “Extra fines-Druso”. I provvedimenti sono stati emessi nei confronti di Giandomenico D’Ambra, Marco Lazzari, Cristiano Petrone, Ivano Martorana, Riccardo Ferracane, Giuseppe Cassaro, Nicola Gueli, Salvatore Gueli e Gabriele Spiteri.