Gela. Lo smantellamento degli impianti già in disuso, la bonifica delle aree interne e esterne allo stabilimento Eni, l’utilizzo dei finanziamenti previsti per i siti d’interesse nazionale, tra i quali rientra anche Gela.
Sono questi i primi passi che, secondo il meetup del locale Movimento 5 Stelle, si dovrebbero muovere per sbloccare una stasi che sta colpendo solo e esclusivamente i lavoratori del diretto e dell’indotto della fabbrica di contrada Piana del Signore.
I “ricatti” politici e sindacali. Le colpe? Di una politica e di un sindacato che, secondo i grillini, non avrebbero assicurato alcuna garanzia ai tanti lavoratori interessati. “Mentre i lavoratori dell’indotto chiedono lavoro – scrivono – viene loro risposto, proposto, imposto, estorto il sì alle trivellazioni in cambio degli ammortizzatori sociali o di maggiori tutele. Queste le risposte della pubblica amministrazione, quella stessa amministrazione che gli scioperanti hanno eletto”.
L’Ue chiama ma in città tutto tace. Secondo i cinque stelle, ci sarebbero tutti gli strumenti messi a disposizione dall’Unione europea per tutelare i lavoratori rimasti senza occupazione ma “questo prevede progettazione, lungimiranza, sostenibilità, professionalità e, soprattutto, onestà – continuano – cose che latitano dalle nostre parti!”. Proprio sul fronte dei sistemi di tutela previsti a livello europeo, i cinque stelle fanno chiarezza. “Altre risorse – spiegano – per fronte alla crisi occupazionale si possono reperire sfruttando immediatamente il fondo europeo Feg che consente per 2 anni sia il sostegno al reddito per indotto e piccole imprese che la formazione per il reinserimento nel mondo del lavoro. Inoltre, la programmazione 2014-2020 prevede negli Obiettivi tematici 3 e 8 risorse per fare rinascere le aree industriali in crisi”.
La fine della loro carriera. La speranza degli attivisti del movimento di Beppe Grillo, anche in vista della prossima scadenza elettorale in città? “La fine della carriera – concludono – di chi è abituato a vivere di sola politica, di favori e continue campagne elettorali”.