Gela. “Ho presentato querela contro i titolari del circo che accusavano anche mia figlia di aver preteso biglietti e posti riservati per i suoi amici. E’ assolutamente falso”. Il comandante della polizia municipale Giuseppe Montana è stato ascoltato, come testimone, nel corso del dibattimento che si sta tenendo nei confronti di un ispettore del corpo. Per i pm della procura avrebbe preteso biglietti omaggio e posti di favore. A sollevare il caso furono i titolari del circo, sei anni fa arrivati in città nel corso del loro tour. In base a quanto segnalato avrebbero subito diversi verbali per affissione irregolare di manifesti, ritenendoli quasi come una sorta di ripicca nei loro confronti. Montana ha ricostruito la vicenda, rispondendo alle domande del pm Gesualda Perspicace davanti al giudice Elena Kildani.
Il comandante inoltre ha spiegato di aver segnalato il caso del suo agente alla commissione disciplinare interna del municipio. L’imputato invece, difeso dagli avvocati Nicoletta Cauchi e Giovanni Cannizzaro, ha sempre negato di aver preteso “omaggi”. Il titolare del circo è costituito parte civile dopo aver segnalato le presunte richieste, denunciate anche da questa testata.
Scusate, ma in che cosa consiste la “notizia”, cui date tanto risalto? Evidenziate, anche nel titolo, le dichiarazioni del Signor Montana, ma nulla fate sapere sull’imputato: generalità, capo d’accusa, ecc.. Inoltre, a quale titolo i vigili urbani e/o gli appartenenti ad altri corpi di polizia presenti a Gela chiedono/pretendono ( se ciò avviene tuttora ) biglietti omaggio o ingressi di favore nei locali di spettacolo?
La semplice richiesta è, certamente, inopportuna, ma la pretesa costituisce reato, integrando la fattispecie criminosa, di cui all’art. 317 del Codice penale ( concussione ), per la cui violazione è prevista la reclusione da 6 a 12 anni. Peraltro, trattasi di reato procedibile d’ufficio, che, in quanto tale, non richiede la presentazione, da parte del soggetto passivo del reato, di una querela, ma è sufficiente una semplice denuncia.