“Non sapevamo nulla delle aziende”, Fasulo e gli altri indagati si difendono

 
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Gela. Hanno chiesto la revoca delle misure di custodia cautelare impostegli all’indomani del blitz “Spin off”.

Il giro di società e amministratori. Davanti ai giudici del tribunale della libertà di Caltanissetta, infatti, si sono presentati alcuni degli indagati nell’operazione che ha consentito di far luce sulle sorti di diverse società che, praticamente decotte, sarebbero state spogliate dei patrimoni rimasti e successivamente trasferiti in altri stati. Così, una modifica della misura è stata richiesta dai difensori dell’imprenditore Fabio Fasulo, ritenuto la mente del sistema, di Virginie Bongiorno e Lorenzo Li Calzi. Gli indagati sono difesi dagli avvocati Giusy Ialazzo e Giovanni Lomonaco.

Solo amministratori di fatto. Li Calzi, fin dall’interrogatorio di garanzia, ha sottolineato di non conoscere in alcun modo le vicende societarie di aziende delle quali risultava, almeno sulla carta, l’unico amministratore. Una linea portata avanti proprio dall’avvocato Ialazzo. Sarebbe stato lo stesso Fabio Fasulo, stando alla difesa dell’indagato, ad utilizzare il suo nominativo e quello di altri indagati, accostandolo alle aziende al centro dei controlli. Una tesi sostenuta, davanti al giudice delle indagini preliminari, anche da altri destinatari dei provvedimenti di custodia come Pietro Caruso e Cristian Ciubotaru, difesi dai legali Flavio Sinatra, Raffaela Nastasi e Dionisio Nastasi. Adesso, spetterà ai giudici nisseni valutare gli elementi esposti dai legali degli indagati.

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