Gela. “Non ci siamo ancora riuniti per decidere liste e l’eventuale candidato a sindaco. Credo comunque cha una scelta unitaria sia quella che ognuno si augura”. L’ex consigliere comunale del Movimento cinquestelle Vincenzo Giudice traccia però una sua personale direttrice politica, almeno in casa grillina. “E’ un mio pensiero – continua – ma credo che anche per individuare la figura di candidato a sindaco si debba partire dagli ex consiglieri comunali. Abbiamo fatto un’esperienza in municipio di oltre tre anni e mi pare che sia naturale partire dalla valutazione dei profili di chi è stato consigliere, ovviamente ampliando la discussione ai nostri portavoce e alla base. Non vedo molte altre soluzioni”. I grillini locali potrebbero approfittare della generale confusione che regna tra i partiti cittadini, ma devono fare i conti con diffidenze interne che potrebbero mettere in seria difficoltà la tenuta del gruppo. I portavoce locali, ovvero il senatore Pietro Lorefice e il deputato regionale Nuccio Di Paola, sono chiamati ad una mediazione non semplice, anche perché i rapporti tra la parte più politica del movimento e il meetup non sono proprio idilliaci. Da tempo, gli attivisti chiedono un maggiore coinvolgimento nelle decisioni.
“Per non ripetere il danno Messinese – conclude Giudice – ritengo indispensabile che il candidato a sindaco del movimento non sia un alieno che viene da lontano. Non possiamo più affidarci a chi non ha esperienza, ma dovrà essere individuata una figura che sappia come gestire un ente”. Sembra ormai quasi scontato che il candidato da schierare nella corsa per le amministrative uscirà da una fase di verifica inevitabilmente condotta dai portavoce, che non c’erano invece tre anni fa quando i grillini fecero il boom elettorale, piazzando l’allora pentastellato Domenico Messinese.
L unico da tenere in considerazione è amato
Gli altri non pervenuti.