“Il nuovo petrolio è l’archeologia? Non si abbandoni l’industria”, Filctem: “Dopo 4 anni ancora incertezze”

 
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Catania non condivide la linea del governatore Musumeci

Gela. Sono trascorsi ormai quattro anni dalla firma del protocollo di intesa che ha dato il via alla fase di riconversione a green della raffineria Eni di contrada Piana del Signore, ma le incognite ancora oggi sono tante. Non a caso le molte perplessità sul futuro industriale dell’area locale sono state sintetizzate nel corso del direttivo provinciale dei chimici della Filctem Cgil. Il segretario Gaetano Catania, riconfermato negli scorsi mesi, non ha risparmiato una disamina piuttosto critica verso le scelte aziendali ma anche politiche, con in testa quelle del governo regionale del presidente Nello Musumeci. “La recente visita in città del presidente Musumeci, che sostiene che il nuovo petrolio locale sarà l’archeologia – ha spiegato Catania – la dice lunga su quelle che sono le prospettive industriali su cui vuole investire il governo regionale. Se tutto ciò si somma alle incertezze politico-economiche del governo nazionale nei rapporti con l’Europa e gli investitori, il futuro non può che essere cupo”. I chimici in più occasioni hanno chiesto dati certi e un preciso cronoprogramma degli investimenti di Eni sul territorio. “Sono passati oltre quattro anni dalla firma del protocollo al Ministero dello sviluppo economico – prosegue – e finalmente la sbandierata green refinery sembra prendere forma con l’annunciato avvio della stessa nel 2019. La produzione di idrocarburi on e off-shore continua a sembrare una chimera, anche se qualcosa si comincia a muovere, dettata dall’incremento del prezzo del petrolio, oramai attestatosi a sessanta dollari per barile. Rimane l’incognita delle autorizzazioni che non permettono di avere la certezza dell’investimento”.

L’asse portante del progetti di Eni è la base a terra per il gas, quella che nei programmi iniziali ha sostituito la piattaforma Prezioso K. Solo negli ultimi giorni c’è stata una relativa schiarita nei rapporti tra azienda e sindacati, dato che il sistema dovrebbe entrare a regime entro il dicembre del 2020. Ma la vicenda autorizzativa è sempre da valutare. “La situazione sembra migliorare in altre aziende seguite dalla categoria, come Riva&Mariani, Ecorigen, Sindyal e in Enel. I vertici di Caltaqua, invece, hanno proceduto al licenziamento di una lavoratrice senza averne motivi validi. Il direttivo della Filctem Cgil di Caltanissetta – si legge in una nota finale – ritiene inderogabile la salvaguardia dei posti di lavoro, conciliando le attività industriali con il turismo e l’archeologia etc. Si può e si deve lavorare per fare coesistere industria, agricoltura e turismo”.

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