Gela. Una festa di addio al celibato finita in tragedia. Un giovane, nell’estate di cinque anni fa, cadde in piscina, rimanendo sott’acqua e privo di sensi per diversi minuti. Oggi, è in stato vegetativo. Per quanto accaduto, è arrivata la condanna del titolare del locale che ospitava i festeggiamenti. Giuseppe Satorini, proprietario del Tanguera di contrada Femmina Morta, dovrà pagare una multa da 2.500 euro. E’ quanto disposto dal giudice di pace Carmelo D’Alessandra che ha emesso il dispositivo dopo la chiusura dell’istruttoria dibattimentale. Satorini, difeso dall’avvocato Grazio Ferrara, era chiamato a rispondere di lesioni personali colpose. Per i pm della procura, l’area della piscina non era adeguatamente segnalata e mancava un addetto alla sicurezza. La madre del giovane, segnato a vita dopo quel terribile incidente, era parte civile nel procedimento. Rappresentata dall’avvocato Filippo Spina, le è stato riconosciuto il diritto al risarcimento dei danni, la cui entità verrà definita in sede civile.
Già nelle fasi preliminari al giudizio, il legale della famiglia ha sollevato dubbi sulla qualificazione delle accuse e sul fatto che il relativo procedimento sia stato incardinato solo davanti al giudice di pace. La difesa dell’imputato invece ha sempre escluso responsabilità, sostenendo di aver applicato le norme in materia di sicurezza.
Sign. Giudice la vita di una persona vale €2.500? Questa la chiama giustizia? Cioè il proprietario di un locale non a regola con le misure di sicurezza e viene condannato cosi? Maaaaa viva l’italia viva la legge e i giudici italiani
Sign. Giudice la vita di una persona vale €2.500? Questa la chiama giustizia? Cioè il proprietario di un locale non a regola con le misure di sicurezza e viene condannato cosi? Maaaaa viva l’italia viva la legge e i giudici italiani