Gela. Si chiuderà il prossimo maggio il giudizio abbreviato nei confronti di diversi imputati, coinvolti nell’inchiesta antimafia “Extra Fines”. Un’indagine che ha consentito ai pm della Dda di Caltanissetta di tracciare i nuovi contorni del gruppo mafioso dei Rinzivillo che sarebbe stato guidato da Salvatore Rinzivillo, fratello degli ergastolani Antonio e Crocifisso. Il rito alternativo è stato scelto dallo stesso Rinzivillo, già condannato in primo grado a quindici anni e dieci mesi di reclusione nel filone romano dell’inchiesta, ma anche da Giandomenico D’Ambra, Gaetano Massimo Gallo, Giuseppe Flavio Gallo, Filippo Giannino, Marco Lazzari, Ivano Martorana, Rolando Parigi, Aldo Pione, Rosario Pione, Alessandro Romano ed Emanuele Romano. A gennaio, i pm della Dda nissena presenteranno le loro richieste al gup del tribunale di Caltanissetta e poi toccherà ai difensori degli imputati. Il giudice intanto ha disposto la sospensione dei termini di custodia cautelare per i detenuti. Nel corso dell’inchiesta è emerso il presunto ruolo dell’organizzazione, in grado di imporre aziende di fiducia in settori economici come l’ingrosso ittico e quello di frutta e verdura ma presente anche sulle piazze della droga.
Gli imputati sono difesi dagli avvocati Francesco Enia, Roberto Afeltra, Cristina Alfieri, Grazio Ferrara, Giuseppe D’Acquì, Rocco Guarnaccia, Giovanni Lomonaco, Michele D’Agostino, Umberto Goffi, Angelo Pacchioni, Patrizio Mercadante, Domenico Mariani, Giuseppe Minà, Francesco Maggiolini e Pierpaolo Dell’Anno. Altri coinvolti nell’indagine hanno scelto di essere giudicati dal collegio penale del tribunale di Gela con il rito ordinario.