Gela. Riappropriarsi dell’indentità siciliana attraverso lo studio della sua lingua. In realtà, secondo gli studiosi del siciliano, in Sicilia, siamo fortunati perché sono pochi i Siciliani che non amano e non parlano la loro lingua. Ma in molti la considerano ancora un dialetto, tanto che sulle regole grammaticali regna ancora la confusione. La lingua Siciliana, riconosciuta come tale anche dall’Unesco, è un patrimonio culturale che va difeso e la cui conoscenza va diffusa assegnandole la nobiltà che merita. E’ questo l’obiettivo dell’accademia della lingua siciliana, che ha abbracciato la decisione del governo regionale che ha deliberato la concreta attuazione alla legge 9 del 2011 per l’insegnamento del dialetto e della storia siciliana nelle scuole dell’isola. Ieri, in città, il primo seminario celebrativo della lingua siciliana. L’evento si è svolto nei locali del primo comprensivo via Fuentes, diretto da Rosanna Marchisciana, individuato quale capofila nella provincia di Caltanissetta per il progetto di inserimento dello studio della lingua siciliana nelle scuole.
L’idea è quella di creare una rete di insegnanti specificatamente formati per riportare il siciliano fra le materia di studio.”E’ fondamentale, afferma Alfonso Zambuto, promotore dell’accademia della lingua siciliana, che i giovani siciliani di oggi, i cittadini del futuro, si riapproprino della loro identità per meglio aprirsi all’Europa. In passato siamo stati depredati della nostra lingua e della nostra cultura, è ora di riprendercela, sono infatti superati i tempi dell’oblio per il nostro dialetto”. Il seminario, è stata l’occasione per presentare il libro della grammatica siciliana standard di Mario Scaglia, fortemente convinto che questa materia deve essere inserita a tutti i costi fra le materie di studio nelle scuole siciliane. Rivolgendomi a lui la domanda è sorta spontanea: “Arancina o arancino?” Per l’autore della grammatica siciliana non ci sono dubbi: “E’ al femminile, quindi nella lingua siciliana si dice arancina”.
Ancora meglio se oltre alla lingua siciliana nelle nostra scuole si potesse apprendere anche la storia della sicilia