Gela. Slittano i tempi per l’assorbimento dei primi novanta operai dell’indotto Eni già in forza a Smim e Tucam. Neanche i primi quarantacinque lavoratori che sarebbero dovuti entrare tra i ranghi di Sicilsaldo ed Ergo Meccanica, almeno in base agli accordi
raggiunti, sono riusciti a farlo. Non a caso, diverse lamentele sono state inoltrate ai segretari sindacali di Fiom, Fim e Uilm anche nel corso dell’ultima riunione sul tema andata in scena.
Cosa succede? Se lo chiedono i tanti operai coinvolti nella trattativa. Intanto, già lunedì, i segretari sindacali Orazio Gauci, Angelo Sardella e Nicola Calabrese vedranno i vertici di Sicilsaldo ed Ergo Meccanica nel corso di un vertice convocato tra i tavoli di Confindustria Centro Sicilia a Caltanissetta. Ma le preoccupazioni vanno oltre il rispetto dei tempi definiti con la mediazione del prefetto Carmine Valente.
Adesso, si teme che le nuove società incaricate delle manutenzioni in fabbrica possano subito schierare personale già a propria disposizione, scavalcando i lavoratori in attesa da mesi. I segretari provinciali di Fiom, Fim e Uilm hanno deciso di rivolgersi direttamente ai vertici di raffineria per evitare questa sorta di blitz non concordato tra le parti. I lavoratori ancora in forza al gruppo Smim si preparano, comunque, a ricevere nuovi provvedimenti di cassa integrazione in deroga.
L’azienda li avrebbe predisposti per novantotto unità. Insomma, il ritardo nel pronunciamento dei funzionari del ministero dell’ambiente sul fronte Aia e le incertezze sul futuro degli investimenti nel sito di contrada Piana del Signore trascinano conseguenze a catena.
In base agli originari accordi, infatti, i primi quarantacinque operai ex Smim e Tucam sarebbero già dovuti transitare negli organici di Sicilsaldo ed Ergo Meccanica: per gli altri quarantacinque, invece, il termine ultimo doveva essere quello del 15 giugno. Anche questa scadenza si avvicina ma i risultati sembrano decisamente tardare.