Gela. Una maxi inchiesta che fece luce sui presunti collegamenti tra la famiglia mafiosa dei Rinzivillo e un vasto traffico di droga scoperto dagli investigatori. Dopo le pesanti condanne dello scorso gennaio, si aprirà il mese prossimo il giudizio d’appello scaturito dall’indagine “Malleus”. In primo grado, davanti ai due gup del tribunale di Caltanissetta, gli imputati scelsero il rito abbreviato. Un procedimento parallelo a quello arrivato invece al giudizio ordinario. Le condanne però sono state molto pesanti.
Il giudice dell’udienza preliminare Francesco Lauricella ha imposto dieci anni e mezzo di reclusione ad Antonio Radicia, ritenuto parte integrante della famiglia di cosa nostra locale. Per il traffico di droga scoperto dagli investigatori, inoltre, il gup David Salvucci l’ha condannato a diciotto anni di detenzione. E’ caduta l’accusa di associazione mafiosa contestata ad Ivan Casciana che però il gup Lauricella ha condannato ad otto anni e dieci mesi di detenzione, per aver messo mano nel giro di droga. Duro il verdetto pure nei confronti di Giuseppe Domicoli, a sua volta ritenuto tra i responsabili del traffico di sostanze stupefacenti. Dal gup Lauricella è arrivata la condanna a otto anni di detenzione, mentre il giudice David Salvucci gli ha imposto nove anni e quattro mesi di reclusione. Decisione pesante per l’altro imputato Baldassare Nicosia. Nove anni e due mesi di reclusione dal giudice Lauricella e sei anni dal gup Salvucci. Per Nicosia e Domicoli è stata esclusa l’accusa di associazione mafiosa. Le uniche assoluzioni sono arrivate per Giuseppe Placenti e Salvatore Stimolo (difesi dagli avvocati Antonio Gagliano e Boris Pastorello). Gli altri legali di difesa, gli avvocati Giacomo Ventura, Davide Limoncello, Cristina Alfieri e Paola Turco hanno impugnato la sentenza e si presenteranno davanti alla Corte d’appello di Caltanissetta che dovrà valutare la posizione di tutti gli imputati.