Ultimo addio al giovane Angelo, il cappellano: “Nessuno dimentichi”

 
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L'uscita della bara e l'ultimo saluto ad Angelo Scalzo con i palloncini bianchi e un lungo applauso.

Gela. 

Un dolore lancinante, come una lama che trafigge il cuore, è questa la sensazione provata nel percorrere quel tratto di strada, da Vico Arcadia alla chiesa di San Giovanni Evangelista, per l’ultimo viaggio terreno del giovane Angelo Scalzo, il sedicenne rimasto vittima dell’incidente mortale che si è verificato nella tarda mattinata di venerdì lungo la 626 all’altezza del bivio per Butera. Ad accompagnare la bara, portata in spalla, un corteo gremito, composto e silenzioso, un’atmosfera quasi surreale, come se ognuno fosse concentrato nel contenere il proprio dolore. Tanta, tantissima gente ha voluto rendere omaggio a questo giovane dal viso pulito e simpatico. Fiori bianchi ovunque, tante lacrime ed i compagni con indosso magliette bianche con su stampato il volto di Angelo e la scritta “Rimarrai sempre nei nostri cuori”. I funerali si sono svolti nel pomeriggio di oggi nella chiesa di San Giovanni Evangelista a macchitella, a celebrare le esequie il cappellano del reggimento Aosta di Messina, hanno concelebrato don Giovanni Siracusa e don Luigi Petralia. “Non è facile, ha affermato il celebrante, parlare al cuore di una mamma, di un papà, di una sorella e di un fratello, che piangono la morte prematura di Angelo”. Il cappellano del reggimento Aosta, inizia l’omelia rivolgendosi a Leonardo, il fratello maggiore di Angelo, un militare dell’esercito italiano, a lui ed ai familiari rivolge parole affettuose e profonde, e poi, soffermandosi verso la mamma, afferma: “Diciamolo pure, nessuno potrà mai guarire il dolore di una mamma che perde un figlio, nessuno e niente”. Ed ancora, rivolgendosi all’assemblea, ricorda che il giovane non se ne è andato per sempre: “Angelo deve rimanere nei cuori di ciascuno di noi, dal più grande al più piccolo, dal più grande di responsabilità al più piccolo di responsabilità”.

Quella che emerge, dai racconti e dall’omelia, è l’immagine di un ragazzo pulito, educato, pieno di vita, sempre rispettoso e voglioso di realizzare i propri sogni. “Tutti voi, ha ancora affermato il cappellano, i familiari, i parenti, gli amici, i compagni di scuola, gli insegnanti, siete la corona di fiori più bella per Angelo. Qui ci sono tanti bei fiori, ma voi, con il vostro affetto e i vostri ricordi, siete i fiori più belli per lui”. Tante belle parole, tanti bei ricordi, l’assemblea era ammutolita. Ogni tanto, il silenzio interrotto da qualche singhiozzo soffocato da un fazzoletto pronto ad asciugare le lacrime di una mamma che non potrà vedere crescere suo figlio, di un padre che mai avrebbe immaginato di non vedere realizzati i sogni del minore dei suoi tre figli, di un fratello maggiore che non riesce a darsi pace e che dal pulpito, con la voce spezzata dal pianto ha salutato il suo fratellino: “Non so che dirti…eri un fratello invidiabile. Ti salutiamo, ma non lasciarci. Stai vicino a nostra sorella.” La sorella, lo ricordiamo, coinvolta anche lei nel sinistro, si trova in ospedale, dove, pare sia fuori pericolo. E poi il ricordo di una zia: “Eri un modello da seguire”. E infine, una delle sue insegnanti: “Caro Angelo, l’unica spiegazione che riesco a dare a questo nostro saluto, così prematuro, è, che lassù, avevano bisogno di te, di un Angelo di nome e di fatto. Eri un ragazzo meraviglioso. Da lassù, conforta tutti noi, i tuoi cari, i tuoi compagni”. Conclusa la celebrazione, decine di palloncini bianchi sono stati fatti volare in cielo per salutare Angelo un ultima volta.

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