“Colpa di Stato e Eni”, Fdi e Bennici sul caso Pistritto: interrogazione del Pd all’Ars

 
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L'ex operaio Emanuele Pistritto ha denunciato un presunto smaltimento illecito di rifiuti industriali

Gela. Un possibile sistema di smaltimento illecito di rifiuti industriali fatto emergere dalle dichiarazioni pubbliche dell’ex operaio Emanuele Pistritto sta aprendo varchi anche nel mondo politico. Così, le luci dei riflettori si spostano su Eni ma anche su chi non avrebbe assicurato i controlli necessari. “Oggi non si possono riportare indietro le lancette dell’orologio, è necessario che lo Stato intervenga con tutti i poteri sia di vigilanza che di imperio che possiede su Eni per ristabilire una situazione di normalità prima ancora che di legalità. Non si può pretendere che i cittadini rispettino delle istituzioni che, come le tre scimmie, non vedono, non sentono e non parlano e quando ci sono dormono – dice il segretario provinciale di Fratelli d’Italia Angelo Cascino – la magistratura farà certamente quanto deve ma, sotto altro profilo, riteniamo che esistano tutti gli elementi per ricontrattare, al rialzo e con un intervento riparatorio diretto da parte di Eni, la disponibilità economica dell’area di crisi complessa. Venticinque milioni sono briciole rispetto al miliardo di euro necessario per finanziare gli insediamenti relativi alle schede progettuali pervenute al Mise e ad InvItalia. Il resto li metta Eni di tasca propria, dopo aver riparato i danni provocati in sessant’anni. Anche la Regione siciliana faccia la propria  parte, non solo perché ha un potere di contrattazione altissimo in relazione ai diritti di estrazione ma anche perché, se ve ne fosse stato ulteriore necessità, si dimostra ancora una volta il sottodimensionamento dell’ospedale di Gela rispetto alle specificità del territorio sia qualitativamente che quantitativamente”. I responsabili locali di Fratelli d’Italia sono pronti a chiedere l’intervento anche dei loro parlamentari nazionali.

Molto critica nei confonti di Eni è il consigliere comunale uscente Sandra Bennici. “Tutti sapevano. I dirigenti Eni, la politica, i sindacati ma nessuno ha mai fatto niente, anzi la massima aspirazione del gelese medio di alcuni anni fa era quella di essere assunto dal colosso industriale. La carriera politica di molti e’ stata determinata proprio da quelle assunzioni. L’illusorio benessere economico del cane a sei zampe è durato poco più di cinquant’anni ma la comunità ha dovuto pagare un prezzo salatissimo. All’inizio tutto era possibile, in un territorio affamato di lavoro – dice – ogni cosa era consentita a mamma Eni anche se, con il passare degli anni, in molti erano a conoscenza dei danni irreversibili provocati dall’inquinamento alla nostra aria, alla nostra acqua, alla nostra terra alla nostra vita. Lo Stato ha voluto legare la vita dei gelesi ad un mostro che con il passare del tempo si è insinuato con cattiveria nelle famiglie con conseguenze devastanti per la gravità degli effetti prodotti. Tutti hanno continuato a tacere ed a subire. Non solo il danno anche la beffa. Nel 2014 un presidente della Regione gelese, ex dipendente di Eni, decide di chiudere ammazzando per la seconda volta chi era già morto, senza garantire un progetto economico alternativo, senza bonifiche, con un investimento ridicolo da trentadue milioni di euro, incurante e senza pietà verso la propria città martoriata e continuamente offesa. Oggi ogni serio progetto di governo non può prescindere dal riconsiderare il danno ambientale mai risarcito. Nessuno può sottovalutare il danno che singolarmente e come comunità abbiamo dovuto subito. Eni deve bonificare, deve realizzare strutture sanitarie per assicurare le giuste cure e deve fornire la giusta assistenza. Poi vada via portandosi anche l’ultimo pezzo di ferro”.

La questione finirà anche sul tavolo del governo regionale. Il deputato dem all’Ars Giuseppe Arancio è pronto a presentare un’interrogazione sul caso sia all’assessorato regionale alla sanità sia a quello delle attività produttive. Il parlmentare chiederà di capire cosa intenda fare la giunta Musumeci davanti al possibile scandalo dei rifiuti pericolosi interrati. Nelle ultime ore, l’altro deputato all’Ars Nuccio Di Paola del Movimento cinque stelle e il senatore Pietro Lorefice hanno incontrato Emanuele Pistritto. “Gli abbiamo portato la nostra vicinanza e quella di una città intera per fargli capire che non è solo – dice Di Paola – sosterremo sempre chi denuncia e chi crede nello Stato. Andiamo avanti insieme”.

3 Commenti

  1. Cara dott.ssa Bennici allego le sue parole : “Tutti sapevano. I dirigenti Eni, la politica, i sindacati ma nessuno….” ma scusi perché continua a prendere i cittadini nn è meglio nn parlare. Lei dice che tutti sapevano compresa la politica, ma Lei come si definisce? Per caso nn è stata i consiglio comunale per 8 anni? Perché se sapeva nn è andata a denunciare presso la Procura della Repubblica? Cari politici vi esorto ad evitare commenti inutili (vedi anche quel sapientone “so tutto Io del consigliere Cirignotta). Voi classe politica nazionale, regionale e locale, con la complicità dei sindacati avete solo “rascato la picchiata di Enzo, andando a braccetto”.. la gente è morta, le famiglie hanno bambini disabili.. quindi lasciate perdere commenti di circostanza. QUESTA DEVE ESSERE UNA BATTAGLIA CIVILE, SENZA POLITICA…

  2. Se questo essere ha veramente fatto quello che asserisce, è il primo delinquente da punire !!! e se gli avessero detto di sparare e uccidere avrebbe fatto lo stesso ? Per me è la stessa cosa , vergogna e se così fosse è da chiedere i danni il primo a lui.

  3. Confessate confessate, Eni ai finito di comprarti le persone di qualsiasi grado e categoria, devi bonificare capito BONIFICARE e vi portate via tutta quella schifezza di ferraglia.

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