Gela. La levata di scudi delle segreterie confederali di Cgil, Cisl e Uil, da mesi impegnate in una dura critica verso i contenuti dell’accordo di programma firmato martedì al ministero dello sviluppo economico, viene ritenuta del tutto fuori luogo dal segretario provinciale dell’Ugl metalmeccanici Francesco Cacici. Al tempo delle prime mobilitazioni contro il ridimensionamento della raffineria Eni di contrada Piana del Signore, il sindacalista è stato impegnato nel movimento costituito dagli operai dell’indotto che si opponevano al protocollo di intesa e ai tagli drastici in fabbrica. “Queste critiche che arrivano dai confederali di Cgil, Cisl e Uil, che solo adesso si lamentano dei venticinque milioni di euro previsti per coprire l’accordo di programma – dice – mi sembrano propaganda. Si fanno pubblicità. Parliamo degli stessi sindacalisti che hanno decretato la fine del territorio, firmando il protocollo di quattro anni fa. Adesso, si lamentano. Perché non dissero nulla quando si trattò di firmare il protocollo per la riconversione?”.
Cacici prende le distanze dalla triplice e pensa alle conseguenze subite dai lavoratori dell’indotto. “A risentire di questi accordi – conclude – sono soltanto gli operai dell’indotto. Cosa diranno i confederali che firmarono il protocollo quando i lavori della green refinery saranno conclusi e i lavoratori dell’indotto si troveranno di nuovo senza occupazione? Purtroppo, è già tutto scritto”. Il segretario dei metalmeccanici dell’Ugl ripropone la questione indotto, che a fine anno rischia nuovamente di esplodere.
Da quale pulpito viene la predica! Da colui il quale durante i blokki millantava e derideva gli operai del diretto che era finita la pacchia e che per gli operai dell’indotto dopo la chiusura della raffineria ,con le bonifiche avrebbero avuto lavoro per altri 50 anni almeno. Adesso fa il politico sindacalista che difende i lavoratori, vai a Lavorare ! Smettila con sta commedia ,Mario Merola