Gela. Colpito da due infarti nell’arco di pochi mesi, adesso chiede una misura alternativa al carcere. Davide Trubia, già coinvolto nel blitz antimafia “Redivivi” e condannato in primo grado a otto anni e otto mesi di reclusione, si è rivolto ai giudici del collegio penale del tribunale. Il suo legale di fiducia, l’avvocato Nicoletta Cauchi, ritiene che le sue condizioni di salute non siano compatibili con il regime carcerario. Trubia è attualmente detenuto a Torino. Due periti nominati per valutarne le condizioni hanno accertato che gli infarti sarebbero stati causati da uno stato di stress psicologico, anche se ritengono che il suo quadro clinico non sia incompatibile con lo stato di detenzione.
Il difensore, invece, ha sostenuto la necessità di una misura diversa, che gli consenta di essere monitorato e sottoposto a tutti gli accertamenti necessari. Il collegio deciderà entro i prossimi giorni.