Gela. E’ un Karel Zeman deluso, amareggiato anche se prova a mantenere il sorriso dopo il beffardo 1-1 con la Palmese. Il Gela non riesce a vincere in casa. Sarà pure colpa della mancanza di pubblico ma così è. Contro due squadre modeste come Igea Virtus e Palmese si poteva e doveva fare di più. Ed invece Franceschini, tecnico della Palmese, che era stato secondo proprio di Zeman, la gara l’ha studiata bene, imbrigliando Alma e lasciando otto uomini in difesa.
Una squadra matura e cinica dopo aver trovato il gol a tredici minuti dalla fine non si lascia riprendere, ed invece l’autogol sfortunato di Sicignano dopo il mancato raddoppio di Ragosta suonano come una beffa ed un esame di maturità non superato.
Ma Zeman è arrabbiato anche per altro.
“Sono venuto a Gela, così come altri, non per i soldi ma per fare vedere e conoscere il mio calcio. Ed invece mi ritrovo sempre senza pubblico. I tifosi non possono seguirci, se non in trasferta e questa situazione sta diventando paradossale – ammette – con questo non voglio dire che abbiamo pareggiato perché il campo era chiuso ma certamente non ci sta aiutando”.
Palmese chiusa dietro, Gela poco lucido.
“Si è vero, non abbiamo giocato la nostra migliore partita ma abbiamo costruito le nostre occasioni. Dopo aver trovato il gol potevamo e dovevamo gestire meglio il possesso palla anche perché la Palmese non aveva tirato in porta. Siamo stati superficiali in alcune circostanze (si riferisce a Ragosta?) ed eccoci qui a masticare amaro su questo pareggio”.
Andrea Burato ha provato a dare geometrie alla squadra ed è uscito dal campo stremato. “Fa male pareggiare così, dopo aver dominato la partita – dice – la Palmese si è difesa con tutti gli uomini ed ha trovato il pari con tiro che senza la deviazione di Sicignano sarebbe finito fuori. Dobbiamo essere più cinici e chiuderle queste partite”.
