Gela. Gli imprenditori di Sicindustria questa mattina erano al tavolo delle commissioni ambiente e attività produttive dell’Ars, riunite per valutare l’intera vicenda dell’area di crisi complessa gelese e dei fondi disponibili. Per i confindustriali, però, bisognerebbe accelerare. “Territori che hanno già pagato alla crisi un tributo altissimo con aziende chiuse e posti di lavoro persi – scrivono in una nota – non possono attendere una burocrazia lenta né sopportare ritardi nel raggiungimento degli obiettivi annunciati”. Sicinduistria sostiene il progetto di riconversione avviato da Eni nella fabbrica di contrada Piana del Signore ma allo stesso tempo chiede che i progetti della call di Invitalia possano essere concreti, anche da un punto di vista finanziario.
“Nel caso di Gela, Eni sta portando avanti un importante investimento per la trasformazione in bio-raffineria del vecchio stabilimento. Per riuscire, però, a rivitalizzare un vasto territorio come è quello compreso nell’area di crisi, occorre innanzitutto fare delle scelte selettive e avviare lo sviluppo di nuovi modelli produttivi che nascano dal territorio e incoraggino le capacità di diversificazione delle imprese che facevano parte dell’ex indotto – scrivono ancora gli imprenditori – senza un’idea di sviluppo chiara, qualsiasi risorsa economica non potrà mai innescare quel processo virtuoso che è invece necessario per rivitalizzare queste zone. Sarebbe inoltre auspicabile che la selezione delle schede progettuali desse priorità agli investimenti potenzialmente in grado di creare delle filiere produttive, prevedendo punteggi premiali per i progetti di Reti d’impresa in grado di sviluppare al massimo le potenzialità del territorio”. Anche Sicindustria sembra chiedere che si faccia chiarezza sulle aziende che potranno investire nell’area di crisi complessa, anche se rimane l’assoluta incertezza sui fondi disponibili, ad soli 25 milioni di euro.