Gela. “Ha sempre odiato la droga e i danni che causa. Palazzo non ha mai avuto alcun ruolo nel giro di spaccio in città”.
La difesa mira a ribaltare la sentenza del gup. L’avvocato Maurizio Scicolone, legale di fiducia, insieme al collega Michele Micalizzi, del cinquantaseienne Emanuele Palazzo ha esposto le ragioni del suo assistito davanti ai giudici della corte d’appello di Caltanissetta. Il presunto leader del gruppo di stidda, scoperto con il blitz “Agorà”, venne condannato a sedici anni di reclusione a conclusione del giudizio abbreviato svoltosi davanti al giudice dell’udienza preliminare del tribunale nisseno. La difesa di Palazzo, infatti, punta a ribaltare la sentenza di primo grado. Il presunto leader del gruppo, attualmente ristretto sotto regime di 41 bis, stando alla difesa, avrebbe sempre osteggiato lo spaccio di droga. “Ci sono diverse intercettazioni telefoniche – ha spiegato lo stesso Scicolone – nelle quali Palazzo contesta il giro di droga”.
“Peritore aveva un ruolo marginale”. Una linea analoga è stata seguita anche perla posizione del giovane Alessandro Peritore, condannato dal gup a due anni di reclusione. “Ha sempre avuto un ruolo assolutamente marginale – ha spiegato ancora Scicolone – non faceva parte di gruppi organizzati”. Ancora altri difensori discuteranno alla prossima udienza già fissata per il 3 febbraio. La procura generale, invece, ha chiesto la conferma delle condanne già emesse dal giudice dell’udienza preliminare.