Gela. In municipio è arrivato il via libera al progetto di Eni per la realizzazione di un impianto che consentirà la produzione di bio carburanti dai rifiuti solidi urbani. Il sistema waste to fuel è uno dei punti di riferimento di Syndial che potrebbe avviare i lavori, stando ai vertici del gruppo, “entro fine anno”. Nelle ultime ore, si è conclusa la conferenza di servizi in Comune, prevista proprio per verificare i dettagli del progetto, dopo che lo scorso gennaio i responsabili della multinazionale avevano presentato istanza allo Sportello unico per le attività produttive del municipio. L’investimento si aggira intorno ai tre milioni di euro. “Waste to fuel è frutto della ricerca e della tecnologia proprietaria di Eni e trasforma i rifiuti solidi urbani in un bio olio che verrà utilizzato come componente per la produzione di carburanti di alta qualità destinati agli automezzi e al trasporto marittimo – si legge in una nota ufficiale di Eni – la materia prima che verrà utilizzata è la biomassa Forsu, la “Frazione organica rifiuti solidi urbani”, ed è costituita dagli avanzi e dai residui di cibo, ma anche dagli scarti dell’industria agroalimentare: una tonnellata di materia organica, che include il peso dell’acqua, può generare fino a 150 chili di bio olio attraverso una trasformazione che prende il nome di termoliquefazione. L’impianto pilota ha rilevanza strategica in quanto consentirà la realizzazione su scala industriale del progetto waste to fuel. Il primo prototipo verrà costruito a Ravenna, nell’area industriale Ponticelle”.
Il progetto, però, in base a quanto indicato nella relazione dell’assessore regionale Alberto Pierobon (che ha fatto una sorta di riassunto delle attività svolte dopo la firma del protocollo d’intesa di quattro anni fa) ha ricevuto parere negativo dalla Soprintendenza di Caltanissetta. Ci sarebbero vincoli nell’area di realizzazione del nuovo impianto che non consentirebbero di proseguire la procedura. Sempre nella relazione si legge che “a luglio 2018 Syndial ha presentato ricorso al Tar avverso il parere negativo come ricevuto, richiedendo la riapertura dell’istruttoria”.