Gela. E’ trascorsa esattamente una settimana dalla sfiducia al sindaco Domenico Messinese, approvata dall’aula consiliare. A novembre, però, l’ormai ex primo cittadino e il suo vice Simone Siciliano (dimessosi il giorno prima della seduta sulla mozione di sfiducia) dovranno presentarsi davanti al giudice dell’udienza preliminare del tribunale. E’ stata fissata la data del giudizio, successiva alla conclusione dell’inchiesta su uno dei tanti aspetti del caos rifiuti degli ultimi mesi. Messinese e Siciliano, in base alla richiesta di rinvio a giudizio già formulata dai pm della procura coordinati dal procuratore capo Fernando Asaro, devono rispondere di omissione d’atti d’ufficio per non aver adempiuto alle richieste di pagamento dei servizi aggiuntivi che intanto arrivavano da Tekra, l’azienda campana che in proroga gestisce il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti in città.
Senza pagamenti, lo scorso aprile vennero interrotte le attività straordinarie di raccolta, contribuendo all’emergenza cumuli in strada. Alle stesse accuse deve rispondere il dirigente comunale Patrizia Zanone. I pm della procura, invece, contestano il reato di interruzione di pubblico servizio all’imprenditore Alessio Balestrieri, tra i vertici di Tekra (che tramite l’avvocato Sinuhe Curcuraci aveva subito chiesto di essere sentito dai magistrati). Un’inchiesta scattata nel bel mezzo dell’emergenza rifiuti e condotta dai carabinieri e dalla guardia di finanza. In procura, sono stati i sostituti Luigi Lo Valvo e Mario Calabrese ad effettuare gli approfondimenti d’indagine. Nonostante la fine anticipata dell’esperienza amministrativa della giunta Messinese, sul municipio ancora adesso gravano pesantissimi debiti fuori bilancio, accumulati nella gestione del servizio rifiuti. Una delle tante falle amministrative che si presenteranno all’arrivo del neo commissario Rosario Arena.