Rifiuti e debiti, sospesa l’ordinanza di luglio: Messinese l’ha deciso prima della sfiducia

 
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Gela. Doveva essere il provvedimento in grado di mettere ordine nel caos dei rifiuti, invece il sindaco Domenico Messinese ne ha sospeso gli effetti il giorno stesso della sfiducia che ne ha decretato la fine anticipata dell’esperienza amministrativa in municipio. Si tratta dell’ordinanza che l’ex grillino aveva firmato ad inizio luglio, nel tentativo di eliminare i cumuli ammassati per le strade. Una spesa calcolata in poco più di un milione e mezzo di euro per un periodo di circa sei mesi. Messinese reintroduceva d’urgenza i servizi aggiuntivi. Nella settimana della sfiducia, però, sul tavolo del primo cittadino è arrivato il parere negativo rilasciato dal collegio dei revisori dei conti che ha espresso dubbi sulla possibilità di modificare le cifre del piano economico finanziario di quattro anni fa (quello che stando allo stesso Messinese e al suo vice Simone Siciliano sarebbe alla base della pesante mole di debiti che sta fagocitando le casse dell’ente).

Probabilmente, in giunta si pensava di poter coprire i costi dei servizi aggiuntivi ottenendo il sì all’aumento delle somme del piano economico finanziario. Il giudizio dei revisori, però, ha sortito effetti diversi e allo stesso tempo in municipio è stato notificato il ricorso al Tribunale amministrativo regionale presentato dall’azienda campana Tekra (che gestisce in proroga il servizio), che attende il pagamento delle somme dovute. Una situazione che si sta complicando sempre di più, senza che sia stata raggiunta alcuna soluzione. Il dirigente Alberto Depetro, nel testo delle misure correttive che sarebbe dovuto arrivare in aula consiliare (se la giunta fosse rimasta a galla) fa una disamina della massa debitoria che pesa sulle casse dell’ente proprio per i rifiuti. Non solo due decreti ingiuntivi, rispettivamente da 2.518.181,00 euro e 3.389.197,98, ma anche un debito accumulato (in base a dati dell’aprile di quest’anno) che tocca quota 11.387.000,00. Tutti soldi dovuti alla società campana. Se il sindaco avesse superato lo scoglio della mozione di sfiducia, oggi avrebbe dovuto incontrare in municipio i vertici di Tekra, convocati con lo stesso provvedimento che ha bloccato l’ordinanza di luglio. L’obiettivo dell’amministrazione comunale era portare in aula consiliare un accordo transattivo da concludere con Tekra. Il maxi debito maturato sarebbe stato spalmato nel corso del tempo (nel testo delle misure correttive non si indicano i periodi), versando all’azienda 1.200.000,00 all’anno. I manager di Tekra, invece, avrebbero rinunciato ad interessi moratori per 6 milioni di euro.

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