Gela. I sanitari del Policlinico di Tor Vergata hanno rifiutato la richiesta di inserire un rappresentante di parte tra i componenti della commissione di inchiesta interna chiamata a fare luce sulle cause del decesso di Gloria Maria Ascia.
La notizia ha letteralmente sconvolto i genitori della piccola di due anni morta in una sala di degenza dopo essere stata sottoposta ad un intervento di posizionamento di un catetere venoso centrale, propedeutico al trapianto di midollo osseo che il Policlinico avrebbe dovuto effettuare in collaborazione con l’Istituto Mediterraneo di Ematologia (Ime). “Il direttore del Policlinico, immediatamente dopo il decesso di mia figlia ha sospeso l’anestesista e sentito tutti i componenti dell’equipe medica, parlando di trasparenza – spiega Tony Ascia, padre della piccola Gloria – A distanza di due settimane dal tragico epilogo abbiamo ricevuto il suo diniego ad inserire un nostro rappresentante alle indagini della commissione d’inchiesta”.Intanto la famiglia ha provveduto a incaricare uno studio legale di Roma per cercare di fare luce sulla drammatica vicenda che rischia di celare un caso di mala sanità. Bisognerà comprendere cosa sia accaduto quella mattina dell’11 settembre in sala operatoria. Le indagini interne della commissione del Policlinico rischiano di non avere alcun valore in sede giudiziaria, proprio per la mancanza di esperti esterni. Indiscrezioni, quest’ultima, non confermata dalle parti, che potrebbe essere già al vaglio della Procura di Roma che ha affidato l’incarico a Maria Bice Barborini, in sostituzione del titolare del procedimento, Pantaleo Polifemo. Le indagini mirano a dimostrare la regolarità del catetere venoso utilizzato nel corso dell’intervento avvenuto al policlinico di Tor Vergata. Con esattezza bisogna stabilire se le dimensioni fossero compatibili con quelle della bambina. Il catetere è stato sequestrato dai carabinieri del Nas nell’ambito dell’inchiesta per omicidio colposo.
