Gela. Lo scorso febbraio, il collegio penale del tribunale ha escluso l’accusa di tentato omicidio ma ha comunque condannato a sei anni e due mesi di reclusione l’operaio quarantaduenne Matteo Ventura. Era accusato di aver colpito un conoscente con un cacciavite, dopo un primo diverbio tra le palazzine popolari di Scavone. La difesa dell’imputato ha impugnato il verdetto sfavorevole e prima della pausa estiva è partito il giudizio davanti ai magistrati della Corte d’appello di Caltanissetta. In aula, si tornerà ad ottobre e non è da escludere che la difesa (in primo grado sostenuta dai legali Valentina Lo Porto e Grazio Ferrara) possa optare per un concordato. Anche nel giudizio di secondo grado, parte civile è l’uomo rimasto ferito, rappresentato dagli avvocati Giuseppe Simonetti e Samantha Rinaldo.
I giudici del collegio penale del tribunale di Gela gli hanno riconosciuto il diritto al risarcimento dei danni. Per i difensori dell’operaio accusato, le versioni rese dai testimoni oculari non sarebbero state sempre concordanti e anche per questo motivo hanno messo in dubbio la ricostruzione iniziale. A Scavone, nell’estate di tre anni fa, arrivarono i carabinieri che sequestrarono due cacciavite e arrestarono l’operaio. L’uomo ferito riuscì a raggiungere il pronto soccorso dell’ospedale Vittorio Emanuele per ricevere le prime cure.