Gela. Da almeno dieci giorni, l’acqua della diga Cimia viene sversata in mare e, così, è scattata la protesta degli agricoltori della zona.
Problemi tecnici a Cimia. Un gruppo di operatori del settore ha manifestato tra i campi della piana, lungo la statale 117 bis Gela-Catania. “Da circa quindici giorni – spiega Gaetano Gentile – il problema prosegue senza che nessuno se ne occupi. Tutto si lega al fatto che la valvola di scarico della diga, durante alcune operazioni, si è bloccata. Non possiamo accettare la perdita di acqua tanto preziosa per i nostri campi”. La presa di posizione arriva direttamente dagli agricoltori dell’associazione Santa Maria che raggruppa almeno centotrenta operatori impegnati lungo la piana. “Ci rivolgiamo a chiunque abbia competenze in materia – continuano – si stanno perdendo almeno cento litri d’acqua al secondo in un periodo, peraltro, di scarse precipitazioni”. L’associazione raggruppa coltivatori di Gela e Niscemi, tutti accomunati dal lavoro svolto nei vasti appezzamenti agricoli che ricoprono la piana. “Abbiamo chiesto più volte d’intervenire – dicono – ma i nostri appelli sembrano finire al vento. Per questa ragione, abbiamo deciso di organizzare questa protesta pacifica”.
“Le reti sono fatiscenti”. I coltivatori, inoltre, hanno spostato la loro mobilitazione anche nell’area della diga Cimia che serve buona parte dell’intera zona. “Il sistema di dighe di questa zona – attaccano – è da sempre mal utilizzato. Mancano i collegamenti e le reti sono fatiscenti. Nonostante tutto, continuiamo a lavorare tra mille difficoltà. L’acqua, però, non può essere buttata via in questo modo”. Alla protesta si è unito il sindaco di Niscemi Francesco La Rosa che ha solidarizzato con gli agricoltori dell’associazione Santa Maria. “E’ un problema molto grave – spiega – ma qualcuno deve pur intervenire. A questo punto, i funzionari dell’assessorato regionale devono provvedere”. Una posizione analoga a quella espressa da un altro agricoltore locale, Liborio Scudera, che ha subito appoggiato la protesta dei suoi colleghi. “Ci rivolgiamo anche al presidente della regione Rosario Crocetta – concludono – lui stesso, più volte, ci ha suggerito di utilizzare metodologie più moderne. In poche parole, ci ha fatto capire che bisogna fare agricoltura moderna. Ma come possiamo pensare ad un agricoltura di questo tipo quando per un guasto tecnico della diga l’acqua finisce in mare oppure quando mancano le strade per arrivare nei nostri campi?”.