Gela. “Non abbiamo mai avuto la possibilità di visionare la certificazione completa dei debiti accumulati dal Comune nella vicenda degli espropri per le aree di edilizia economica popolare”. Il grillino Angelo Amato, componente della commissione comunale bilancio, conferma l’assenza di numeri certi su una vicenda che si trascina da anni ormai. Palazzo di Città ha più volte espropriato aree per consentire l’avvio dei cantieri nelle cosiddette zone Peep, servite poi a costruire decine di villette residenziali. Espropri costati cari all’ente, con gli ex proprietari che nella maggior parte dei casi hanno ottenuto il diritto a ricevere le indennità dovute, per somme decisamente superiori ai calcoli dei tecnici del municipio. Sbilanciamento che potrebbe ancora incidere sulle casse di un ente, già in gravissime difficoltà. “Abbiamo più volte chiesto queste certificazioni ai settori patrimonio e urbanistica – continua Amato – ma senza avere risultati. Ad oggi, non sappiamo a quanto ammonti il debito accumulato dal municipio”.
Il gruppo consiliare del Movimento cinque stelle, già in passato, ha effettuato una serie di accessi agli atti, proprio nel tentativo di ottenere documentazione sui programmi di edilizia economica e popolare, spesso privi delle opere di urbanizzazione primarie e secondarie, nonostante le convenzioni stipulate tra privati e Comune. A fine giugno, il sindaco Domenico Messinese e la sua giunta hanno deciso che il diritto di superficie concesso alle cooperative e alle associazioni di comprensorio può essere trasformato in diritto di proprietà, ma dietro pagamento. Insomma, il Comune vende per incassare. Il diritto di superficie (valido per 99 anni) diventerà diritto di proprietà, sempre che il consiglio comunale decida di autorizzare la procedura anche se con la terza sfiducia da discutere tutto si potrebbe fermare.