Gela. Mentre la commissione comunale incaricata d’individuare la migliore offerta per ottenere, in affitto, un’area da adibire a mercatale attende novità dai tecnici del settore urbanistica rispetto alle contestazioni mosse da uno degli imprenditori
partecipanti alla gara, i magistrati della procura hanno scelto di prorogare l’indagine avviata all’indomani delle denunce sporte dai titolari dell’azienda Fair service, proprietari di un’area nella zona di Montelungo.
Furono loro, infatti, a vincere una precedente gara bandita da Palazzo di Città, nel tentativo d’individuare una nuova area mercatale. Vinsero la gara, misero a disposizione uno spazio da circa trentasettemila metri quadrati, ottennero i pareri favorevoli dell’assessorato regionale territorio e ambiente, del genio civile di Caltanissetta e della soprintendenza ai beni culturali ma ricevettero il no del consiglio comunale.
Davanti a un verdetto che ritennero decisamente anomalo, scelsero di rivolgersi ai magistrati della procura, denunciando soprattutto una presunta commistione tra partiti e imprenditori che, alla fine, ottennero l’affidamento nonostante fossero in possesso di aree oggi al centro di contestazioni. Perché avvenne? I magistrati della procura avviarono un’indagine che, adesso, viene prorogata anche a seguito delle richieste dei rappresentanti della The Fair service, assistiti da un legale di fiducia.
Intanto, sul fronte dell’attuale gara bandita dai funzionari comunali, l’offerta proposta dal gruppo Missud, titolare dell’area mercatale di Settefarine, è stata esclusa a causa di vizi su una particella di terreno di proprietà di terzi soggetti. A sua volta, però, l’imprenditore escluso ha messo in dubbio la validità dell’offerta portata avanti dalla società Sifap di Rocco Greco che, stando ad una noto di contestazione, sarebbe già ricompresa in un piano di zona per l’edilizia economica e popolare. Insomma, l’area mercatale e il relativo affitto annuale da duecentomila euro non si sottraggono a veleni e denunce.