Il maestro, il promoter, il finanziere e il prestito: il caso Timpanelli si infittisce

 
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Gela. Biagio Tribulato, il pregiudicato di Lentini che avrebbe ordito il complotto contro il maestro Domenico Timpanelli, portando i 5 chili di droga trovati poi sulla sua auto, non si è presentato in tribunale.

Il gip del tribunale lo ha dichiarato contumace, benchè il suo avvocato abbia depositato un certificato di malattia. L’imputato deve rispondere di simulazione di reato e calunnia poiché, pur sapendo Timpanelli innocente, ha informato la Guardia di Finanza che la notte del 26 aprile avrebbe ricevuto una partita di droga di mezzo chilo di hashish. L’avvocato Giovanna Cassarà, che assiste Tribulato, ha annunciato che nel corso della prossima udienza il suo cliente renderà dichiarazioni spontanee. Timpanelli si è costituito parte civile, assistito dagli avvocati Rocco Fasciana e Vincenzo Ricotta. In una conferenza stampa il maestro ha posto dei dubbi. “Tribulato l’ho conosciuto solo perchè so che si accompagnava sempre al promoter che doveva restituirmi 250 mila euro – Adesso risulta dalle indagini che c’è un suo amico che ha simulato il reato e calunniato. Ma dietro Tribulato c’è un movente? Chi sono mandanti? Perchè l’ha fatto?”. Timpanelli ha fatto svolgere delle indagini dalle quali emerge che la notte dell’arresto di Timpanelli e l’indomani mattina ci sono 12 telefonate tra l’ufficiale della finanza e il Tribulato, nonché 30 tra telefonate ed sms tra Tribulato e il prometer gelese. Il finanziere ha risposto alle perplessità del pm sostenendo che Tribulato era un confidente. Lo stesso promoter però al pm Silvia Benetti dà un’indicazione precisa. “Non so spiegare perchè ci siano state tutte quelle telefonate di notte con Tribulato. Sicuramente l’arresto di Timpanelli, che mi era stato annunciato da Tribulato, mi ha portato dei vantaggi perchè non avrebbe potuto incassare l’assegno”.

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