Gela. L’assessore ex dem Giuseppe Licata l’ha già anticipato. Il progetto civico che sta dietro al suo ingresso in giunta proseguirà anche se il sindaco Domenico Messinese venisse sfiduciato dal consiglio comunale. Il suo arrivo in municipio porta in calce soprattutto la firma politica di Raffaele Carfì. Tra i riferimenti principali in città dell’attuale deputato regionale forzista Michele Mancuso, Carfì ha da poco rassegnato le proprie dimissioni e non è più dirigente locale di Forza Italia. “L’ho fatto per coerenza – spiega – ho capito che c’erano strategie e obiettivi diversi. La mia scelta è stata di lavorare per il territorio e insieme a Licata e ad altri amici stiamo strutturando un nuovo movimento. Nessun rancore verso Mancuso e gli altri forzisti, anzi. Ho fatto scelte diverse. Ci stiamo mettendo in gioco e abbiamo le mani libere. Non vivo di politica e non ho bisogno di mantenere una tessera di partito. Di certo, la scelta di far entrare Giuseppe Licata in giunta ha dato uno scossone. Da quel momento, i consiglieri comunali hanno accelerato per la sfiducia. Ovviamente, se ne assumono tutte le responsabilità politiche. Se li avessi sfidati chiedendogli le dimissioni, sicuramente si sarebbero trincerati dietro il rispetto della volontà degli elettori. Adesso, devono dimostrare di essere in grado di chiudere anticipatamente l’esperienza Messinese”.
Il movimento in costruzione potrebbe essere un catalizzatore politico per inglobare anche pezzi del gruppo che ruota intorno al sindaco Domenico Messinese e al suo vice Simone Siciliano. Un tassello da collocare in un’eventuale coalizione elettorale. “Questo movimento non nasce perché ho interesse a candidarmi – dice ancora Carfì – se avessi voluto tutelare la mia immagine politica, avrei chiesto di entrare in giunta. Stiamo valutando e per ora nulla è scontato. Di certo, non capisco i veti imposti da chi sta nel centrodestra ma in passato ha militato in gruppi di centrosinistra o addirittura ha sostenuto giunte dello stesso colore politico. Loro fanno la morale?”. Licata e Carfì dopo aver lasciato le case politiche di origine provano a sfidare i partiti, in attesa dell’esito elettorale.