Gela. “Non è più la città di un tempo, quando giravano numeri pesanti. La crisi? Rispetto ad altri centri siciliani la situazione non è così negativa”. Il presidente della sezione locale di Confcommercio Francesco Trainito dipinge un quadro economico locale meno a tinte fosche rispetto a quanto ci si potesse attendere. “In base ai numeri a nostra disposizione – dice – registriamo un aumento di aperture per attività di piccole dimensioni. C’è una ripresa delle botteghe di quartiere ma anche delle rivendite di frutta e verdura. I bar non fanno testo, perché è una continua sequenza di aperture e chiusure”. Trainito non nega che a risentire dello stato generale è soprattutto il centro storico. “Molte attività si spostano in altre zone, soprattutto in via Venezia – spiega – perché le grandi catene richiedono superfici commerciali che in centro storico non si possono trovare”. Il referente di Confcommercio ammette, inoltre, l’interesse delle grandi catene che vogliono investire in città.
“E’ vero, soprattutto negli ultimi anni c’è stato un netto incremento – dice ancora – Gela è comunque una delle città più importanti dell’intera isola e gli investimenti ci sono. Purtroppo, tanti gruppi vengono frenati dalla burocrazia comunale. Ci sono tempi lunghissimi per ottenere autorizzazioni e pareri, cosa che non accade in altre zone della Sicilia. Così, capita che chi ha intenzione di investire lo faccia in altre province. Purtroppo, la burocrazia comunale e la politica locale per decenni sono state focalizzate solo su Eni e sullo sviluppo industriale, mettendo da parte ogni altro settore. Oggi, paghiamo ancora queste carenze. Basta considerare che nel piano regolatore generale appena approvato manca l’area turistica. Queste sono mancanze che pesano sullo sviluppo di questa città che deve invertire rotta. Fino ad ora, però, nessuno c’è riuscito”.
