Gela. Lo stop ai contratti elettrostrumentali attualmente gestiti in raffineria dall’azienda Amarù potrebbe condurre ad un cambio in corsa. Fuori una delle società più importanti di tutto l’indotto locale della multinazionale e dentro la Icel. Dovrebbe essere proprio l’azienda calabrese, da quanto emerge, ad acquisire i contratti della Amarù. I lavoratori di una delle storiche aziende dell’indotto, però, hanno deciso di opporsi a qualsiasi sospensione. Non ne vogliono sapere di lasciare una società solida per essere assorbiti da un nuovo gruppo (con tutte le incertezze del caso). Negli scorsi giorni, hanno organizzato un sit-in davanti all’ingresso della raffineria di contrada Piana del Signore. Vogliono difendere quella che ritengono “un’azienda sana”.
Gli effetti immediati della decisione di Eni, che pare abbia mosso il passo a causa dell’inchiesta giudiziaria che sta coinvolgendo anche l’imprenditore Rosario Amarù (che comunque ha lasciato la guida della società di famiglia), si faranno subito sentire su venti operai elettrostrumentali. Sono quelli più preoccupati, mentre la sospensione dei contratti potrebbe estendersi pure al settore meccanico. Da quanto emerge, nel tentativo di evitare nuove “scintille” pronte a sfociare in protesta degli operai, i segretari metalmeccanici di Fiom, Fim e Uilm avrebbero avuto le prime interlocuzioni con i responsabili della Icel. Un vertice potrebbe tenersi dopo il 21 agosto. I manager calabresi sarebbero pronti ad assumere tutti i venti elettrostrumentali, attualmente alle dipendenze di Amarù, rispettando livelli e retribuzioni. Forse, un gesto di buona volontà. I lavoratori, però, sembrano intenzionati a difendere la loro permanenza in Amarù.