Gela. Giudici con la valigia in mano. Dopo dodici anni Lirio Conti lascia il palazzo di giustizia. Da oggi sarà un magistrato del tribunale di Caltanissetta, dove continuerà a svolgere le funzioni di Gip.
Ieri è stato il giorno del commiato. Con una cerimonia che a tratti ha sfiorato la commozione, il giudice niscemese ha voluto ringraziare uno per uno tutti i colleghi di procura e tribunale, il personale amministrativo e le forze dell’ordine. Persone con cui ha collaborato e lavorato fianco a fianco per anni, da quando, il 28 aprile del 2001, mise piede per la prima volta nella sede di viale Mediterraneo. Il suo trasferimento si era materializzato già a dicembre e la sorte ha voluto che coincidesse con la riforma delle piante organiche che toglierà tre giudici e un sostituto procuratore al palazzo di giustizia. Nella sala udienze le parole di ringraziamento hanno lasciato spazio anche a quelle della riflessione. Conti ha parlato sia come un giudice che per motivi professionali cambia sede, ma anche come componente dell’Anm. Le sue sono parole dure. “La revisione della pianta organica è uno scandalo – dice – si colpisce un tribunale come quello di Gela che con i sacrifici di tutti è diventato modello di efficienza. I numeri lo dimostrano. Abbiamo emesso sentenze superiori ad altri presidi giudiziari che hanno lo stesso numero di magistrati. Ci sono due soli Gip (lui e la Vaccaro ndr) ed al civile i colleghi hanno un carico di lavoro insormontabile”. “Il rischio di una non compiuta funzionalità si verificherà anche qui- ha continuato Conti – Questa è la resa dello Stato. Come leggeranno i delinquenti o quelli che cercano giustizia questa decisione? Sono queste le scelte per affrontare la criminalità?”. Il giudice ha annunciato che le giunte distrettuali dell’associazione nazionale magistrati si riuniranno appositamente a Caltanissetta per affrontare la questione”.
Il presidente Alberto Leone, che ha voluto la cerimonia, ha già provato a riprendersi Conti. Come nel calcio lo ha chiesto in “prestito” al presidente della Corte d’Appello. Magari come applicato due volte la settimana. “Certo non avrà lo stesso sapore averlo come applicato ma andrà bene lo stesso – ha detto il presidente Leone – solo oggi sto realizzando la sua partenza”. Nel colloquiare con la stampa il magistrato di Niscemi ha ricordato momenti belli e quelli difficili. “Il pianto di familiari o detenuti dopo una sentenza o quello liberatorio dopo una assoluzione – ha concluso – sono anche orgoglioso del fatto che nella prima pietra su questo tribunale ci sia una pergamena con anche il mio nome. Quello sarà un ricordo incancellabile”.