Gela. Il fratello venne coinvolto, nel novembre di un anno fa, nell’operazione “Golden boys” che portò all’arresto di quattordici presunti componenti di un gruppo attivo nei furti e nella ricettazione di diverse quantità d’oro.
Così, per la sorella, titolare di un centro compro oro, è scattata la revoca
dell’autorizzazione ad operare in questo settore. Stando agli investigatori, infatti, il rischio sarebbe stato quello di utilizzare l’attività commerciale per ricettare l’oro rubato. Una revoca che è stata contestata anche in giudizio dalla donna. I magistrati palermitani del Tar, però, con un’ordinanza hanno respinto la richiesta di sospendere l’efficacia del no alla vendita.
Non è stata accolta, almeno per il momento, la richiesta formulata dal legale della commerciante. Stando al provvedimento emesso dai giudici, risponderebbe “ad un criterio prudenziale (che deve governare il rilascio e la revoca delle autorizzazioni di polizia) che la sorella germana di un soggetto sospettato di ricettare oro rubato non fornisca adeguate garanzie per fruire di un’autorizzazione di polizia per il commercio di oro ed oggetti preziosi usati”.
La difesa, invece, ha sostenuto l’assenza di qualsiasi ipotesi di “una sua correità o, comunque, di una oggettiva funzionalizzazione dell’attività commerciale da lei svolta alle esigenze delittuose del fratello”. Viene confermata, però, la decisione adottata dai funzionari del commissariato di polizia di via Zucchetto e da quelli della questura di Caltanissetta.
Nell’operazione “Golden Boys”, venne coinvolto il titolare di un altro centro compro oro, accusato di aver rivenduto l’oro piazzato da alcuni degli arrestati. L’esercente, per quegli stessi fatti, si trova attualmente sotto processo davanti al collegio presieduto dal giudice Paolo Fiore.