Gela. La notizia del declassamento dell’unità di Medicina trasfusionale ha messo in allarme i pazienti talassemici del territorio. Il responsabile dell’associazione Late “Maurizio Nicosia”, Salvatore Di Caro, invita a verificare lo standard minimo del livello assistenziale dell’ospedale di via Palazzi colpevolizzando la classe politica per non avere tutelato la sanità locale.
Con un colpo di spugna sarebbero cancellati tutti gli esami seriologici, indispensabili soprattutto all’individuazione delle epatiti e del virus Hiv.
“Il declassamento a unità semplice avrà serie conseguenze sul territorio – accusa Di Caro – a vantaggio dell’analogo reparto del capoluogo nisseno che diventerà punto di riferimento nel territorio provinciale. In città la decisione potrebbe sfociare con una minore disponibilità di sacche di sangue e conseguenti ritardi nelle trasfusioni, soprattutto nel periodo estivo.
A rischio anche le aferesi terapeutiche, dopo gli ottimi risultati ottenuti con l’avvio del separatore cellulare di ultima generazione. A rischio le urgenze per i pazienti talassemici che farebbero un passo indietro, in termini di assistenza, di un decennio.
Eppure il servizio di medicina trasfusionale in città è l’unico tra i presidi ospedaliero dell’Asp di Caltanissetta a vantare una certificazione qualificata. Attualmente il centro trasfusionale di via Palazzi invia sacche di sangue a Caltanissetta, raccogliendone circa quattromila”.
Sula vicenda è intervenuto anche Filippo Franzone del comitato per lo sviluppo dell’area gelese mentre la politica sembra voltarsi dall’altra parte.