Gela. Le bonifiche delle aree contaminate e da decenni a rischio in Sicilia, a cominciare da quella di Gela, sono un vero enigma. Negli ultimi giorni, la questione è stata rilanciata dal Movimento cinque stelle. Deputati regionali e parlamentari nazionali hanno deciso di smuovere le acque, preannunciando un ampio rapporto sul caso. Nonostante gli effetti troppo spesso nefasti dell’industrializzazione ad ogni costo, le procedure di bonifica segnano il passo, anche in territori classificati come Sin. Sulla spinta dell’iniziativa regionale e nazionale, i grillini locali hanno deciso di acquisire dati e documenti. In realtà, la commissione comunale ambiente e sanità, presieduta proprio dalla pentastellata Virginia Farruggia, già al momento dell’insediamento di tre anni fa non mancò di trattare in più occasioni la questione. Non ci sarebbe corrispondenza su quanto spesso annunciato, anche dall’amministrazione comunale, e il concreto riscontro documentale. Insomma, di bonifiche se ne sono fatte veramente poche.
“E’ una questione che riporteremo in commissione ambiente – dice Farruggia – con i deputati regionali e i parlamentari del territorio del Movimento cinque stelle sto affrontando il tema e stiamo acquisiamo atti, che verranno poi utilizzati per un evento che abbiamo in programma a settembre”. Che le bonifiche dei territori inquinati non vadano per la maggiore, almeno nei programmi politici regionali, l’hanno capito pure a Palermo. Lo scorso marzo, la giunta Musumeci è corsa ai ripari, costituendo un ufficio speciale per le bonifiche dei siti contaminati. Tra i compiti, la verifica “entro sei mesi dello stato di attuazione delle procedure previste dal Piano regionale delle bonifiche” e di quelle “arretrate a carico dei soggetti obbligati”. Entro nove mesi, inoltre, si dovrebbe “attualizzare il censimento e l’anagrafe dei siti da bonificare”. Nell’arco di un anno, ancora, è fissata la “predisposizione di un cronoprogramma degli interventi con l’indicazione delle opere per le quali, per complessità e gravità, la Regione interviene in via sostitutiva”. Peccato però che ad oltre quattro mesi dall’approvazione del provvedimento, solo la scorsa settimana la giunta Musumeci ha provveduto a nominare il dirigente responsabile dell’ufficio. La strada è ancora lunga.