Subito la sfiducia? La “road map” di Siragusa è diversa: “Prima le misure correttive”

 
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Siragusa parla di "basi solide" per iniziare un rapporto politico con il M5s

Gela. I dem non si sono ancora sbilanciati dopo il ritorno di fiamma della sfiducia, quasi successiva all’ennesimo rimescolamento in giunta. In linea generale, però, il gruppo consiliare del Partito Democratico appare intenzionato ad appoggiare la mozione, come già fatto a dicembre, quando poi fallì in aula consiliare. Tra le fila del partito guidato in città dal segretario Peppe Di Cristina c’è però qualche dubbio. Il consigliere Guido Siragusa lancia subito il sasso nello stagno. “Io sono assolutamente per la sfiducia e in aula la voterò senza remore – dice – quello che non mi convince, però, è la tempistica. Siamo sicuri di voler affidare la guida della città ad un commissario, senza aver approvato le misure correttive imposte dalla Corte dei Conti? Ad oggi, non sono stati approvati neanche il consuntivo 2017 e il bilancio di previsione 2018”.

La road map pensata da Siragusa sembra essere diversa da quella dei fautori della terza mozione di sfiducia. “Prima di tutto approviamo le misure correttive e il bilancio – conclude – e poi andiamo alla sfiducia. Dobbiamo assolutamente evitare il default dell’ente. Un commissario regionale non si farebbe troppi problemi a dichiararlo. Dopo aver garantito la stabilità finanziaria dell’ente, sfiduciamo il sindaco e la sua giunta che non riescono ad amministrare la città”. Ad inizio settimana, il sindaco ha deciso di affidarsi ad un consulente esterno, il commercialista palermitano Calcedonio Li Pomi, che dovrà non solo seguire l’iter delle misure correttive, anche se il termine imposto dalla Corte dei Conti è già stato sforato, ma avrà il compito di recuperare una situazione finanziaria sempre più allarmante.

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