Gela. Il Centro di Salute mentale (Csm) dell’Asp sospende le attività pomeridiane per mancanza di medici. A deciderlo, con una comunicazione fatta recapitare anche al prefetto oltre che ai vertici dell’Azienda sanitaria provinciale, è stato Franco Lauria, dirigente medico della struttura di via Madonna del Rosario.
La decisione potrebbe essere revocata solo con un provvedimento straordinario che consentirebbe, tramite incarico o trasferimento, di spostare personale medico dal Sert, Snpi distretto di Gela o dal modulo Nord della Salute mentale di Caltanissetta, verso la psichiatria diretta da Lauria. La decisione sarebbe scaturita dalle assunzioni del personale sanitario più volte annunciate da Giorgio Santonocito, commissario straordinario dell’Asp, e non ancora avviate a causa del blocco delle assunzioni da parte del governo regionale. A detta del manager Santonocito, la scorsa settimana l’assessore regionale alla Sanità, Lucia Borsellino, insieme al governatore Rosario Crocetta, avrebbe dato il lasciapassare per assumere tredici dirigenti medici in città compresi due addetti al Csm. “In considerazione del fatto che uno dei quattro medici in servizio presso il centro di salute mentale (Mdsm) – scrive Lauria – si assenterà per un lungo periodo di tempo a causa di problemi personali, e che pertanto i tre rimanenti medici che prestano la loro attività presso il Csm e il Spdc, rappresentano un numero non sufficiente a rispondere a tutte le incombenze dei due servizi che operano, da oggi (ieri per chi legge), il Centro di salute mentale di via Madonna del Rosario aprirà al pubblico solo dalle 8 alle 14”. Il servizio sarà garantito da un solo medico e le urgenze verranno dirottate tra la psichiatria del presidio ospedaliero e lo stesso Csm. Il dirigente di psichiatria, Franco Lauria, oltre alla carenza di personale ha denunciato anche altri disservizi. Tra tutte la disponibilità dell’autovettura in dotazione ai medici per rispondere agli interventi di emergenza. Disagi anche al mantenimento delle reperibilità. Sempre secondo Lauria, “gli attuali medici saranno costretti a garantire un numero di reperibilità superiori, in violazione del contratto collettivo nazionale del lavoro, con il rischio di determinare disagi e stress al personale”.