Gela. La sua voce calda e i toni gentili, di un calcio non gridato ma raccontato, hanno fatto la storia della tv. Nell’epoca del calcio a pagamento, dei telecronisti-strilloni, Bruno Pizzul rappresenta la storia di un calcio quasi romantico.
E quello che hanno voluto descrivere Francesco Pira e Matteo Femia, autori “Bruno Pizzul. Una voce Nazionale” (Fausto Lupetti Editore) una biografia del grande telecronista sportivo anche ex calciatore. Per entrambi è già arrivato un primo importante riconoscimento per il lavoro a quattro mani.
Al volume è stata assegnata la Targa “Paolo Scorsetti” un riconoscimento che tutti gli anni viene consegnato per un libro che parla di grandi personaggi del mondo dello sport. La motivazione spiega tutto: «Perché nel calcio ci può essere poesia».
Il primo agosto Francesco Pira, giornalista originario di Licata e docente di comunicazione all’Università di Udine, presenterà il libro al Tropico med. “L’idea di scrivere questo volume – spiegano Pira e Femia – sulla storia della vita di Bruno Pizzul ci è venuta man mano che conoscevamo sempre di più uno dei più grandi personaggi italiani.
Un personaggio straordinario del mondo del calcio: un ex calciatore che è diventato un giornalista sportivo, anzi uno dei più importanti telecronisti della Radio Televisione Italiana ed uno dei più conosciuti al mondo.
Abbiamo dovuto faticare per convincere Bruno a darci il suo assenso. Non perché non avesse voglia di raccontare le sua vita, di farci conoscere episodi incredibili vissuti sui campi da giocatore o da giornalista, ma perché questo omone così alto e così in gamba non ama essere celebrato. Ha cercato di convincerci a desistere da questa nostra impresa. Alla fine l’abbiamo preso per stanchezza e ci ha dedicato un bel po’ di ore per narrarci le cose abbiamo scritto”.