Gela. L’aveva già preannunciato, negli scorsi giorni, il segretario cittadino del Pd Peppe Di Cristina. I dem stanno sfruttando i loro referenti, all’Ars e in parlamento, per tenere alta la guardia sull’accordo di programma, per ora finanziato con soli venticinque milioni di euro. Somme giudicate del tutto insufficienti, non solo dai democratici ma anche dai sindacati. Le mosse del sindaco Domenico Messinese e del suo vice Simone Siciliano, che fin dall’insediamento hanno tenuto in mano l’intera vicenda, stanno trovando ben pochi consensi. Adesso, sarà il ministro Luigi Di Maio a dover prendere in esame il caso. Il deputato dem Fausto Raciti, su pressing del gruppo locale del Pd, ha presentato un’interrogazione in commissione attività produttive alla Camera. Chiede di sapere dal ministro grillino quali risorse effettive siano previste per finanziare l’accordo di programma, in un’area di crisi complessa che ricomprende oltre venti comuni.
Venticinque milioni di euro, per ora messi a disposizione da Regione e governo, sono decisamente ben poca cosa. Un altro fronte che viene tenuto caldo dai dem è proprio quello dell’Ars, dove il deputato Giuseppe Arancio mira ad attivare una sorta di cabina di regia politica, attraverso la commissione attività produttive dell’assemblea regionale. Raciti, nella sua interrogazione, punta proprio sull’assoluta insufficienza delle risorse fino ad ora tirate in ballo. Se anche l’accordo di programma dovesse fallire, ci sarebbero ben poche possibilità per un territorio, che risente del drastico ridimensionamento delle attività industriali, in mancanza di vere alternative.
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