Gela. In aula, si sono visti “spettacoli” decisamente migliori. Questa sera, la seduta di question time del consiglio comunale non è servita a nulla. Animi accesi tra il capogruppo di Noi con l’Italia Vincenzo Cirignotta e l’intera giunta comunale, che alla fine ha deciso di abbandonare i lavori. Una scelta inedita. Negli ultimi anni, non si era mai vista una giunta che, in blocco, lascia vuote tutte le poltrone, senza rispondere alle interrogazioni preparate dai consiglieri. Ma ci sono storie tese e si è capito fin dall’inizio della riunione. Il consigliere Cirignotta, presentatosi con una maglietta inneggiante all’”amore per la città” e con del nastro adesivo (per contestare il “taglio” di una delle interrogazioni deciso dal presidente Alessandra Ascia), ha criticato aspramente la delibera, varata dalla giunta, che dovrebbe apportare modifiche al piano economico finanziario di quattro anni fa, considerato dal vicesindaco Simone Siciliano la causa scatenante dei maxi debiti fuori bilancio collezionati dalla giunta sul fronte rifiuti. “La Corte dei Conti, con più pronunce – ha detto Cirignotta – ha escluso categoricamente che si possano apportare modifiche postume alle tariffe Tari. Una giunta di scienziati! Questa dovrebbe essere la giunta del cambiamento. La delibera che vogliono portare in consiglio comunale l’hanno scritta soggetti esterni al municipio”. L’assessore Siciliano, per tutta riposta, ha a sua volta affondato il colpo “politico”. “E’ stato lei – ha detto riferendosi a Cirignotta – a votare quel piano economico finanziario. Come accadde allora, anche adesso non ha capito il contenuto della delibera. Nessuno vuole modificare le tariffe. La invito a studiare meglio”. L’ombra dei “soggetti esterni”, però, ha acceso ulteriormente gli animi. “Questo è gravissimo – è intervenuto Carmelo Casano – la giunta deve chiarire. Lo chiedo ufficialmente”.
Sindaco e assessori lasciano l’aula. Ma lo scontro tra Cirignotta e l’amministrazione è proseguito quando si è trattato di discutere un’interrogazione sul degrado urbano di tante aree della città. “Una città abbandonata – ha detto Cirignotta – in mano a nessuno. In alcuni quartieri, le aree verdi sono diventate giungle e non bastano i maltesi”. Il sindaco Domenico Messinese si è rifiutato di rispondere. “Non c’è alcun quesito ma solo uno sproloquio del consigliere Cirignotta”, ha ribattuto. Il capogruppo di Noi con l’Italia ha rincarato la dose, accusando sindaco e assessori di avere interesse solo per il “business”. “Pensate al petrolio, ai rifiuti, all’illuminazione pubblica – ha detto – a quello che fa business e basta. Vi invito a muovervi dal municipio e ad andare nei quartieri”. Con lo scontro in atto, Cirignotta ha mostrato del nastro adesivo, collocato simbolicamente sulla bocca, per protestare contro la scelta del presidente Ascia di “cassare” un punto della sua interrogazione sul fallimento politico della giunta. Davanti al gesto, sindaco e assessori hanno abbandonato l’aula, insieme alla segretaria. Risultato, nessun’altra interrogazione è stata trattata, vista l’assenza dell’amministrazione comunale. “Un fatto molto grave – spiega il presidente di turno dell’assise civica Salvatore Scerra – la giunta ha violato il nostro regolamento, che prevede la presenza di sindaco e assessori. Sono loro che devono rispondere alle interrogazioni. Temo che si possa profilare un danno erariale e lo comunicherò al presidente Ascia”. Il consigliere Carmelo Casano ha subito chiesto di scrivere alla Regione, mentre l’indipendente Sara Bonura ha contestato il voltafaccia della giunta. Luigi Di Dio di Energie per l’Italia e il dem Guido Siragusa non hanno potuto far altro che ritirare le loro interrogazioni. “Questo è il risultato di un comportamento sbagliato, non solo del sindaco – ha detto Siragusa – adesso, cosa dovrò dire ai cittadini che mi avevano chiesto un intervento per evitare l’incendio di aree incolte?”. Il presidente di turno Scerra ha chiuso i lavori, causa assenza dell’amministrazione comunale. Esponenti vicini alla giunta, dopo il plateale scontro, non escludono strascichi giudiziari, forse una nuova querela. Il richiamo ai “soggetti esterni” al municipio non è piaciuto né a Messinese né al suo vice Siciliano.