Gela. Un presunto raggiro al fisco per quasi mezzo milione di euro. Una serie di compensazioni che, dopo le verifiche, sono risultate non dovute. Così, a processo sono finiti in due. Si tratta di Emanuele Cascino e Pasquale Cappello. Le verifiche avviate dai funzionari dell’Agenzia delle entrate riguardarono le vicende societarie della società Ceas. “Abbiamo emesso un atto di recupero – ha spiegato il funzionario che si occupò del procedimento – da un milione di euro”. Le compensazioni erano state chieste per un presunto incremento occupazionale, che in realtà non ci sarebbe mai stato.
I due imputati, difesi dagli avvocati Joseph Donegani e Paolo Chicco, hanno sempre contestato le accuse, sostenendo la regolarità delle richieste fiscali. Cascino, stando ai pm della procura, sarebbe stato il referente dell’azienda, mentre Cappello avrebbe trasmesso le richieste di compensazione. I controlli scattarono ormai sei anni fa e le anomalie emersero dopo la valutazione dei modelli f24, utilizzati per ottenere gli sgravi. Nuovi testi verranno sentiti davanti al giudice Ersilia Guzzetta.