Gela. Il caso Tasi, l’imposta per la copertura dei servizi in favore dei cittadini, rischia di creare un’evidente frattura tra l’amministrazione comunale e la triade sindacale.
I segretari generali provinciali di Cgil, Cisl e Uil non nascondono tutta la loro contrarietà rispetto all’ipotesi di un aumento, seppur minimo, dell’aliquota. “Cgil, Cisl e Uil – chiedono polemicamente Ignazio Giudice, Emanuele Gallo e Vincenzo Mudaro – sarebbero troppo invadenti qualora invitassero i sindaci a compiere una scelta forte, cioè non mettere le mani in tasca a chi le ha già e da troppo tempo bucate? Chiederebbero troppo invitandoli ad adottare il criterio della giustizia sociale, non teorica ma pratica, agevolando le giovani coppie ed i veri poveri, per esempio coloro che non sono in grado neppure di pagare la refezione scolastica? E’ nostro quotidiano dovere ed intendiamo esercitarlo per evitare l’elevarsi di disperazione e conflitti sociali”.
I tre sindacalisti, pur riferendosi in generale allo stato sociale dell’intera provincia, puntano la loro attenzione soprattutto su Gela. “La Tasi non può rappresentare l’ennesima tegola sui cittadini della nostra provincia – continuano – Cgil, Cisl e Uil avvertono l’esigenza di avviare un confronto di merito in grado di costruire un percorso concreto sui bilanci comunali consolidati poiché nel 2015 anche le partecipate con i loro conti entreranno a pieno titolo nelle finanze comunali. Un esempio su tutti per l’intera provincia è rappresentato dalla Ghelas Multiservizi di proprietà del Comune di Gela. Tutto ciò con grosse difficoltà da prevenire”.
L’ipotesi di un aumento Tasi, già paventato dai tecnici di Palazzo di Città, viene respinto dal sindacato che, però, chiede maggiore concertazione anche attraverso una serie d’incontri sul tema, in vista della definizione dei bilanci comunali.