I ragazzi dei furti d’oro, “dormivano in auto e pedinavano le donne in pelliccia”

 
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Gela. “Erano continuamente in azione, dormivano addirittura a bordo della Classe A di
uno del gruppo”. E’ stato il capitano dei carabinieri Giovanni Messina ad illustrare in aula

i particolari del blitz “Golden boys”, messo a segno dai militari per bloccare una presunta banda specializzata nei furti, soprattutto d’oro, nei danneggiamenti e nello spaccio di droga. A processo, davanti al collegio presieduto dal giudice Paolo Fiore, ci sono Roberto Asmetto, Francesco Caci, Catalin Toma e Eugenio Sollami. Gli altri protagonisti del blitz hanno già definito la loro posizione prima di arrivare al dibattimento.
“Avevano ogni giorno un obiettivo – ha proseguito il carabiniere – seguivano spesso le donne che indossavano vistose pellicce oppure gioielli di valore”. I legali di difesa, gli avvocati Davide Limoncello, Flavio Sinatra, Giovanni Bellino, Stefania Valente e Giuseppe Smecca, hanno a loro volta posto domande al teste, soprattutto con l’obiettivo di focalizzare l’attenzione sulla condotta dei loro assistiti.
Al centro delle indagini, anche il sistema utilizzato per piazzare l’oro rubato. Sotto questo profilo emerse la frequentazione del centro oro gestito dallo stesso Sollami.
“Risultò – ha spiegato l’investigatore – che un bracciale d’oro, rubato in un’abitazione di Mazzarrone, venne depositato nel centro oro senza, però, che il gestore lo registrasse. In ogni caso, non avevamo mai ricevuto segnalazione sul suo conto”.
I presunti componenti del gruppo avrebbero messo a segno diversi colpi anche in altri centri della Sicilia. Per un altro degli imputati, Marco Gioberti, il dibattimento non si è neanche aperto davanti al collegio che ha accolto la nuova istanza di patteggiamento proposta dal suo legale di fiducia, l’avvocato Flavio Sinatra. Nuovi testi verranno ascoltati durante la prossima udienza fissata per l’11 dicembre. 

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