Barbone abbandonato in ospedale, il cappellano ai sanitari: “Dovete vergognarvi”

 
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Il cappellano dell'ospedale, don Filippo Salerno

Gela. Sarebbero state le condizioni di totale abbandono, in ospedale, dell’indigente romeno, Francisc Dumitru, di 54 anni, a scatenare l’ira del cappellano contro il personale medico del Pronto soccorso.
Il prete ammette di avere inveito contro i sanitari, mentre spingeva la barella adagiata nei pressi dell’accesso della cappella. A riferirlo è lo stesso don Filippo Salerno, che tramite l’ufficio comunicazione della Diocesi di Piazza Armerina, coordinato da Carmelo Ciosenza, ha inviato una lettera di precisazione.
Il cappellano del “Vittorio Emanuele” di via Palazzi ha finalmente deciso di raccontare la sua versione dei fatti, superando l’inutile tentativo di tacere alle nostre domande.

Spiega che al suo arrivo in ospedale, intorno alle 6 del mattino, ha visto l’indigente in condizioni precarie e di essersi occupato di lui dopo avere celebrato la messa.
“Era adagiato su un letto in mezzo al corridoio, circondato da sporcizia (bottiglie, cicche di sigaretta, ecc…) sotto gli occhi di chiunque si trovasse a passare – scrive don Salerno – Specifico che l’uomo – secondo quanto ho potuto appurare – fino a quel momento era in una situazione di abbandono totale. Dopo aver celebrato l’Eucarestia – conferma -, intorno alle 8, ho subito avvisato il Direttore dell’ospedale, quindi gli infermieri ed i medici del pronto soccorso (vicino alla Cappella) ai quali ho ripetuto loro queste testuali parole: ‘Dovete vergognarvi: avete lasciato un indigente senza cura nel corridoio’. Ho poi trasferito l’uomo nell’astanteria, al Pronto soccorso perché si prendessero cura di lui ed avessero anche vergogna dell’accaduto. A questo punto – precisa il cappellano – si sono tutti mobilitati: lo hanno pulito, tagliandogli pure i capelli, e subito dopo avergli donato un mio pigiama e la biancheria intima lo hanno attenzionato sottoponendolo alle cure del caso”.
Per replicare alle accuse mosse nei suoi confronti, don Filippo Salerno aggiunge – “Non ho mai respinto questo indigente, anzi mi sono preso cura di lui facendomi voce dei senza voce, fino a quando dopo le dovute cure, è stato accompagnato in una struttura di Gela”. In realtà il senzatetto ha solo assaporato l’agio del dormitorio dell’ex convento dei frati agostiniani, prima di tornare in ospedale ricoverato questa volta in un lettino del reparto di Medicina, apparentemente senza una vera e propria patologia da curare.
Anche perché, il malcapitato, prima dell’accaduto era stato preso in cura e dimesso dai medici dell’ospedale in altre tre occasioni. Quasi una prassi che si ripete al pronto soccorso dove si cerca di colmare le lacune dei servizi sociali. Da due giorni un’altra paziente straniera alloggia in Astanteria in attesa di sistemazione.

2 Commenti

  1. Tradotto in termini semplici e chiari l’ospedale (nello specifico il pronto soccorso) opera in carenza ed in assenza di tutti gli altri enti all’uopo preposti. L’Assessorato ai Servizi Sociali del Comune che fa??? Idem per l’altra paziente straniera. Il tutto in un ambiente attualmente sottodotato di personale dove per essere visitati ci sono sempre persone che aspettano il proprio turno.

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