I grossi gruppi finanziari rischiano di impadronirsi dell’ordine forense

 
0

Gela. Non sono soltanto i contadini e gli autotrasportatori a protestare contro la manovra finanziaria del Governo. Ieri sono scesi in campo anche gli avvocati. Dopo una affollata assemblea, l’Ordine forense ha deciso cinque giorni di astensione dalle udienze. Toghe riposte dal 6 all’11 febbraio.

Lo sciopero dei legali si aggiunge a quello deliberato in ambito nazionale per il 23 e 24 febbraio. Oltre 150 avvocati hanno partecipato all’assemblea che si è svolta nell’aula collegiale penale del nuovo palazzo di giustizia ieri mattina.

Si protesta innanzitutto contro la norma che consente la costituzione di società con soci di solo capitale, non iscritti all’albo, per la prestazione di servizi legali e, ancora, contro l’inspiegabile inerzia di governo e Parlamento sulla riforma dell’ordinamento professionale il cui testo già da oltre un anno è stato approvato dal Senato e però da allora giace fermo nelle commissioni della Camera dei deputati.

«L’ingresso dei soci di capitale nelle società professionali – spiega il presidente dell’Ordine, Tonino Gagliano – unito all’abolizione delle tariffe professionali, farà sì che i grossi gruppi finanziari, che ruotano attorno a Confindustria, si impadroniranno della professione legale riducendo l’avvocato -che sin qui è stato libero, indipendente ed autonomo ed ha così potuto sposare e difendere senza alcun condizionamento – ad un dipendente precario e sottopagato che dovrà per forza di cose rimanere asservito agli interessi dei grandi gruppi industriali e finanziari».

Si contesta anche l’ostruzionismo che subisce la riforma dell’ordinamento forense, che di fatto impedisce all’avvocatura e quindi alla giustizia italiana di avere una regolamentazione completa, moderna e adeguata. «Il ritardo – conclude Gagliano – preclude tra l’altro il decollo delle specializzazioni, l’adozione di un aggiornato sistema deontologico e disciplinare, una maggiore qualificazione e preparazione della classe forense che costituisce ineliminabile presupposto di un corretto funzionamento della giustizia».

Per i legali le iniziative mortificano l’avvocatura e hanno come ultimo obiettivo quello di smantellare il sistema delle garanzie giurisdizionali e, quindi, la terzietà del Giudice e della Magistratura. Gli avvocati gelesi hanno fatto appello ai magistrati di solidarizzare e condividere la protesta. «Dietro le sbandierate liberalizzazioni – conclude Gagliano – si nasconde un disegno autoritario e demagogico perchè, almeno nel caso della professione forense, esse nulla hanno a che vedere con lo sviluppo economico e, ancora, perchè costituisce offesa alla comune intelligenza sostenere che bisogna “liberalizzare” una professione talmente aperta da avere ben 250.000 iscritti, più che in ogni altra parte del mondo intero».

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here