“Mai chiesto favori”, il presunto “patto” tra un medico e un finanziere: il militare si difende

 
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Gela. “Ero solo a supporto in quella verifica fiscale, mi limitavo a firmare i verbali, e non ho mai chiesto aiuti al medico sottoposto ai controlli”. Si è difeso il brigadiere della guardia di finanza, accusato di aver tentato di pilotare una verifica fiscale, aperta nei confronti di un medico locale. Entrambi sono a processo, difesi dagli avvocati Flavio Sinatra e Carmelo Tuccio. I pm della procura ritengono che Salvatore Zuppardo e Antonino Ciaramella abbiano raggiunto una sorta di accordo. Ipotesi che viene esclusa dai difensori. Le indagini condussero ad un presunto interesse del finanziere nell’ottenere un posto per la figlia alla locale sezione della Croce Azzurra, attraverso l’interessamento del medico. “Andai in pensione, dopo essere ritornato da un lungo periodo di inattività – ha spiegato ancora in aula – ho contattato il medico solo per ragioni di servizio. Non ho mai ricevuto favori”.

I presunti contatti. Il pm Ubaldo Leo, in apertura d’udienza, ha chiesto di produrre i tabulati telefonici che ricostruiscono i contatti tra le utenze dei due imputati. Nel corso dell’esame, non sono mancati i momenti di tensione tra accusa e difesa. L’imputato ha sostenuto di non conoscere le ragioni che hanno condotto due suoi colleghi ad ammettere contattati tra lui stesso e il medico. Ha però dichiarato che c’erano stati contrasti con almeno uno di loro, legati ad una sanzione emessa ad un esercente locale. Il pm Leo, alla fine, ha chiesto la trasmissione dei verbali alla procura, per valutare la fondatezza di quanto dichiarato dal militare. In aula, alla prossima udienza, verrà sentito anche l’altro imputato.

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