Gela. Con l’apprezzamento espresso dalla giunta regionale al piano di rafforzamento “dei servizi e delle misure di politiche attive del lavoro” si sblocca anche la vicenda dei diciannove operai della Smim che, adesso, dovrebbero ottenere il riconoscimento definitivo della cassa integrazione in deroga, concessa dal ministero. Sono tra i pochi dipendenti rimasti nell’organigramma della storica azienda metalmeccanica, che per decenni ha operato nell’indotto della fabbrica Eni. A sollevare il caso è stato il segretario provinciale della Fiom Orazio Gauci, che al ministero ha messo la firma sull’accordo per la cassa integrazione in deroga, concessa nell’ambito delle misure previste dopo la dichiarazione di area di crisi complessa. L’iter, però, si era bloccato proprio alla Regione. Il deputato nazionale forzista Giusi Bartolozzi, negli scorsi giorni, ha avuto colloqui direttamente con gli assessori regionali competenti e, adesso, la giunta Musumeci ha mosso il passo necessario, ovvero l’apprezzamento al piano delle politiche attive del lavoro.
“Undici milioni di euro non bastano”. Bartolozzi, però, chiede che si faccia di più, a cominciare dall’accordo di programma e dall’area di crisi complessa. “L’impegno assunto dal governo regionale di fronte alle legittime richieste dei lavoratori é stato rispettato – spiega – ho più volte personalmente sollecitato l’assessore competente e finalmente arriva la delibera. Adesso, il Ministero dello sviluppo economico e il governo regionale dovranno provvedere per risolvere le criticità dell’area di crisi complessa. La Regione ha disposto un primo stanziamento da undici milioni di euro, ma non è assolutamente sufficiente. Chiedo al ministro Di Maio un impegno prioritario per dare risposte tempestive ai siciliani ed ai miei conterranei, che non possono più attendere ed hanno diritto di ripensare e programmare il loro futuro”.
