Gela. Le trattative si sono fermate, ormai da giorni. Quelli del centrodestra sembravano ben avviati lungo una strada che, probabilmente, li avrebbe portati ad un terza mozione di sfiducia al sindaco Domenico Messinese. Dopo l’avvio delle consultazioni, con in pole position i centristi di Noi con l’Italia, sul piatto del sindaco c’erano due soluzioni, o un governo istituzionale (aperto ai partiti) oppure, appunto, la terza mozione di sfiducia. Messinese, nonostante il pressing, risposte ufficiali non ne ha mai date. Aveva pubblicamente comunicato di voler parlare con tutte le forze politiche, ma lì è rimasto, al proclama ufficiale. Di veri e propri colloqui tra l’ex grillino e i segretari di partito neanche l’ombra. Cosa che ha fatto indispettire, non poco, proprio i vertici dei partiti locali. Con Messinese rimasto in silenzio, il centrodestra ha accelerato verso la mozione di sfiducia. Il neo coordinatore cittadino di Noi con l’Italia Ennio Di Pietro ha anche azzardato una prima tempistica. “La mozione di sfiducia cercheremo di presentarla entro la metà di ottobre”, ha detto. In questo caso, i tempi sono fondamentali, dato che dopo novembre non sarà più possibile ipotizzare eventuali mozioni di sfiducia. La corsa iniziata soprattutto dal centrodestra (anche perché del centrosinistra rimane ben poco) si è però appesantita. Prima, l’azzeramento deciso dai vertici di Forza Italia, che si sono presi del tempo per riorganizzare il partito, anche in città. Senza uno dei principali referenti della discussione in atto, ovvero il coordinatore cittadino di Forza Italia Emanuele Maniscalco, il tavolo ha perso uno dei commensali di peso, dato il ruolo che Forza Italia continua ad avere in città.
Lo stop forzato. Poi, ci si è messa anche la Sezione di controllo della Corte dei Conti che ha reso pubblico il contenuto di una deliberazione pesantissima, che mette in croce la gestione finanziaria del Comune, tanto da aver già disposto il blocco delle spese straordinarie. Così, anche tra le fila del centrodestra locale la parola d’ordine è presto cambiata, da “sfiducia” a “responsabilità”. In sostanza, partiti e movimenti della coalizione hanno preferito ammainare la bandiera, aspettando invece che la giunta faccia arrivare in aula consiliare le misure correttive imposte dalla Corte dei Conti. L’amministrazione comunale del duo Messinese-Siciliano, in ogni caso, non ha fatto proprio nulla, in questa fase, per aprire alla trattativa, anzi. Il vicesindaco Simone Siciliano, in conferenza stampa, ha sparato a zero contro il consiglio comunale, sostenendo che i maxi debiti sui rifiuti siano responsabilità di tutti, salvo che della giunta. Insomma, non sono proprio indicazioni che inneggiano all’apertura. Quelli di centrodestra, comunque, non sembrano intenzionati a mollare, anche se con l’estate che sta per arrivare tutto diventa molto più complicato. In attesa delle misure correttive chieste dalla Corte dei Conti, dei nuovi vertici di Forza Italia, ma anche di un possibile allargamento della discussione al centrosinistra locale, Messinese continua a navigare a vista, probabilmente convinto che il drappello di consiglieri comunali che ha scelto di sostenerlo possa bastargli e in mano ha ancora le due carte dei posti in giunta ancora liberi.