I debiti fuori bilancio mietono vittime e la maggioranza invoca “la procura!”

 
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Gela. Procure, Corte dei conti e tanta confusione nella maggioranza consiliare davanti al solito spauracchio, i debiti fuori bilancio. Alla fine, il numero legale non ha retto e solo due debiti

all’ordine del giorno hanno ottenuto il via libera dei soliti dodici consiglieri che, di certo, rappresentano una limitatissima parte dell’intero civico consesso.
La maggioranza naviga a vista e la seduta di mercoledì sera l’ha dimostrato per l’ennesima volta. “C’è troppa confusione – ha detto l’esponente di Articolo 4 Terenziano Di Stefano – nessuno dei colleghi si sente più sicuro nel votare i debiti fuori bilancio inseriti all’ordine del giorno. Chiedo ufficialmente che venga predisposto un quesito da inviare ai magistrati della procura regionale della Corte dei conti. Bisogna capire se siano legittime le procedure di rateizzazione adottate per pagare i debiti fuori bilancio ancora in via di definizione. Non possiamo rischiare ancora”.
Una proposta, arrivata al culmine di una seduta decisamente convulsa, trasformatasi, con l’avallo dei presenti, in un atto d’indirizzo. “Devo essere sincero – ha aggiunto l’esponente dell’Udc Guido Siragusa – sono molto confuso. Non capisco quale posizione debba assumere davanti a questi debiti. Pensavo che, con temi così importanti, i dirigenti dei settori coinvolti, il ragioniere generale, i revisori dei conti, il direttore generale e il primo cittadino si sarebbero presentati in aula. Questo, invece, non è accaduto. Gli organi tecnici dell’ente non ci stanno per nulla supportando”. Proprio il consigliere Udc ha espresso la volontà di rinviare la seduta per cercare di ottenere maggiori chiarimenti.
“Ci siamo del tutto impantanati – ha attaccato il democratico Nuccio Cafà – perché non esistono regole. Abbiamo approvato alcuni debiti fuori bilancio e non altri, con il rischio di creare disparità di trattamento. L’amministrazione è solo in grado di mettere, ogni tanto, alcune pezze ai troppi buchi. Mi chiedo, a questo punto, perché debba prendermi la responsabilità quando, magari, sarò punito dalla Corte dei conti mentre i colleghi spesso assenti in aula verranno graziati”.
L’assenza di dirigenti e rappresentanti della giunta è stata stigmatizzata anche dal capogruppo Pd Giacomo Gulizzi che, a sua volta, ha chiesto il rinvio della seduta, optando dopo qualche minuto per il proseguo dei lavori per “senso di responsabilità nei confronti dei tanti creditori dell’ente ancora in attesa d’ottenere quanto stabilito”. Decisamente contrariato il socialista Piero Lo Nigro. E’ stato il consigliere a chiedere una sospensione tecnica: tutti in riunione per alcuni minuti e, alla fine, lo stesso Lo Nigro ha scelto di non partecipare al voto. Morale della favola? Approvati due debiti fuori bilancio per un totale di 300 mila euro, compreso quello da 271 mila euro, prodotto dell’ennesimo esproprio “allegro”.
Mentre il presidente Giuseppe Fava cercava conferme sulla legittimità delle rateizzazioni per i debiti con valore superiore ai trentamila euro, il numero legale è caduto. Qualcosa, tra le fila della maggioranza, fa fatica ad entrare a regime. La stessa uscita anticipata dall’aula di Lo Nigro suona come un nuovo campanello d’allarme. E, all’onnipresente Corte dei conti, si è aggiunta l’invocazione della procura della repubblica.
Il commissario ad acta nominato dalla regione ha ufficialmente ritirato tutti gli atti legati alla variante al piano regolatore generale necessaria per la realizzazione di un nuovo piano d’edilizia in contrada Casciana-Catania. “Tutti gli atti relativi a questo procedimento – ha ribattuto Di Stefano – devono essere inviati alla procura. In questo modo, cercheremo di capire chi sta dietro alle cooperative che continuano a costruire senza sosta”.
Dello stesso avviso il socialista Piero Lo Nigro. “Il commissario – ha detto decisamente in polemica – ritira gli atti senza permetterci di adeguarli agli ultimi indirizzi approvati in aula sul caso degli espropri. Così, rischiamo nuove conseguenze erariali”. Contestazioni sposate anche dal riformista Giuseppe Morselli e dal consigliere Pd Gaetano Orlando. Senza dirigenti, senza assessori, senza sindaco e senza molti consiglieri in aula, la maggioranza continua a faticare. 

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